Domenica 19 Dicembre

Pieve: alla Santa Messa delle ore 8.00 ricordiamo Antonio Dallai (Piazza Vittorio Veneto, 25), Marina Margheri nei Stefanini (Viale Giovanni XXIII, 28), Bruno Aiazzi (Viale Kennedy, 19), Bruna Borselli nei Giovannini (Via dei Macelli, 23), Massimo Santini (Montespertoli).

Al termine delle Sante Messe: benedizione delle statuine di Gesù Bambino che ognuno metterà nel proprio presepe.

Santuario: al termine della Santa Messa delle 10.30 benedizione del Presepe Meccanico.

Centro Giovanile: ore 17.30 Santa Messa coi gruppi Scout.

Pieve: ore 21.00 Concerto Demidoff Ensemble con Dalida Iacono e George Georgescu per i 150 dell’Ospedale del Mugello (1871-2021).

Sala di Vestizione della Misericordia: ore 9.30 Assemblea dei Donatori di Sangue FRATRES. Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00: votazioni per l’elezione del nuovo Consiglio.

Mercoledì 22 Dicembre

Pieve: ore 21.00 Aspettando il Natale: canti della tradizione natalizia con i Cori dell’Unità Pastorale di Borgo San Lorenzo.

Giovedì 23 Dicembre

Pieve: ore 21.00 Concerto della Schola Cantorum Santa Cecilia.

San Piero a Sieve: ore 21.15 Incontro di preghiera con i giovani del Mugello per il tempo di Avvento con Adorazione Eucaristica e Confessioni.

Venerdì 24 Dicembre

SANTE MESSE nella VIGILIA di NATALE

Ore 17.00 Santuario SS. Crocifisso

Ore 18.00 Pieve                                      

Ore 18.30 San Cresci                                               

Ore 21.00 Piazzano                                              

Ore 21.30 Polcanto                     

Ore 22.00 Pieve (21.30 Veglia)

Ore 22.30 Olmi

Sabato 25 Dicembre Solennità del Natale del Signore

Orario delle Celebrazioni:

ore 8.00 Pieve;

ore 9.30 Sagginale;

ore 10.00 Pieve;

ore 10.00 Olmi;

ore 10.30 Santuario;

ore 11.00 Polcanto;

ore 11.00 Piazzano;

ore 11,30 Pieve;

ore 18,00 Pieve.

NB La Santa Messa delle ore 18.00 viene celebrata in Pieve.

Figliano: da Lunedì 27 a Mercoledì 29 ritiro dei ragazzi del post Cresima 2009.

CONFESSIONI

Martedì 21       dalle 9.00 alle 11.00 in Pieve. Dalle 16.00 alle 19.00 al Santuario.

Mercoledì 22    dalle 16.00 alle 19.00 in Pieve.

Giovedì 23       dalle 9.30 alle 12.00; dalle 16.00 alle 19.00 in Pieve.

Venerdì 24       dalle ore 9.30 alle ore 12 in Pieve e al Santuario.

PRESEPE MECCANICO

Nella Cappella della Compagnia dei Neri al Santuario dall’8 Dicembre 2021 al 9 Gennaio 2022 è visitabile il presepe meccanico realizzato da abili presepisti. Orario di apertura: Domenica e Festivi 11,30-12,00/16,00-19,00. Feriali 16,00-18,00.

MERCATINO DI NATALE 

Nei locali sotto il porticato del Santuario è aperto il Mercatino di Natale a cura di alcune signore. Si può trovare qualcosa da regalare per le feste. Orario: Pomeriggio 16,00-19,00; Domenica e Festivi anche dopo la Santa Messa delle ore 10,30.

Novena del Santo Natale: ogni giorno ore 15.30 in Sant’Omobono e ore 20.30 nella Cappella della Misericordia.

Catechesi del Papa sulla preghiera: 19.

La preghiera di intercessione

Chi prega non lascia mai il mondo alle sue spalle. Se la preghiera non raccoglie le gioie e i dolori, le speranze e le angosce dell’umanità, diventa un’attività “decorativa”, un atteggiamento superficiale, da teatro, un atteggiamento intimistico. Tutti abbiamo bisogno di interiorità: di ritirarci in uno spazio e in un tempo dedicato al nostro rapporto con Dio. Ma questo non vuol dire evadere dalla realtà. Nella preghiera, Dio “ci prende, ci benedice, e poi ci spezza e ci dà”, per la fame di tutti. Ogni cristiano è chiamato a diventare, nelle mani di Dio, pane spezzato e condiviso. Cioè una preghiera concreta, che non sia una fuga.

Così gli uomini e le donne di preghiera cercano la solitudine e il silenzio, non per non essere infastiditi, ma per ascoltare meglio la voce di Dio. A volte si ritirano dal mondo, nel segreto della propria camera, come raccomandava Gesù (cfr Mt 6,6), ma, ovunque siano, tengono sempre spalancata la porta del loro cuore: una porta aperta per quelli che pregano senza sapere di pregare; per quelli che non pregano affatto ma portano dentro un grido soffocato, un’invocazione nascosta; per quelli che hanno sbagliato e hanno smarrito la via… Chiunque può bussare alla porta di un orante e trovare in lui o in lei un cuore compassionevole, che prega senza escludere nessuno. La preghiera è il nostro cuore e la nostra voce, e si fa cuore e voce di tanta gente che non sa pregare o non prega, o non vuole pregare o è impossibilitata a pregare: noi siamo il cuore e la voce di questa gente che sale a Gesù, sale al Padre, come intercessori. Nella solitudine chi prega – sia la solitudine di molto tempo sia la solitudine di mezz’oretta per pregare – si separa da tutto e da tutti per ritrovare tutto e tutti in Dio. Così l’orante prega per il mondo intero, portando sulle sue spalle dolori e peccati. Prega per tutti e per ciascuno: è come se fosse un’“antenna” di Dio in questo mondo. In ogni povero che bussa alla porta, in ogni persona che ha perso il senso delle cose, chi prega vede il volto di Cristo.

Il Catechismo scrive: «Intercedere, chiedere in favore di un altro […] è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio» (n. 2635). Questo è bellissimo. Quando preghiamo siamo in sintonia con la misericordia di Dio: misericordia nei confronti dei nostri peccati – che è misericordioso con noi – ma anche misericordia verso tutti coloro che hanno chiesto di pregare per loro, per i quali vogliamo pregare in sintonia con il cuore di Dio. Questa è la vera preghiera. In sintonia con la misericordia di Dio, quel cuore misericordioso. «Nel tempo della Chiesa, l’intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi» (ibid.). Cosa vuol dire che si partecipa all’intercessione di Cristo, quando io intercedo per qualcuno o prego per qualcuno? Perché Cristo davanti al Padre è intercessore, prega per noi, e prega facendo vedere al Padre le piaghe delle sue mani; perché Gesù fisicamente, con il suo corpo sta davanti al Padre. Gesù è il nostro intercessore, e pregare è un po’ fare come Gesù: intercedere in Gesù al Padre, per gli altri. E questo è molto bello.

Alla preghiera sta a cuore l’uomo. Semplicemente l’uomo. Chi non ama il fratello non prega seriamente. Si può dire: in spirito di odio non si può pregare; in spirito di indifferenza non si può pregare. La preghiera soltanto si dà in spirito di amore. Chi non ama fa finta di pregare, o lui crede di pregare, ma non prega, perché manca proprio lo spirito che è l’amore. Nella Chiesa, chi conosce la tristezza o la gioia dell’altro va più in profondità di chi indaga i “massimi sistemi”. Per questo motivo c’è un’esperienza dell’umano in ogni preghiera, perché le persone, per quanto possano commettere errori, non vanno mai rifiutate o scartate.

Quando un credente, mosso dallo Spirito Santo, prega per i peccatori, non fa selezioni, non emette giudizi di condanna: prega per tutti. E prega anche per sé. In quel momento sa di non essere nemmeno troppo diverso dalle persone per cui prega: si sente peccatore, tra i peccatori, e prega per tutti. La lezione della parabola del fariseo e del pubblicano è sempre viva e attuale (cfr Lc 18,9-14): noi non siamo migliori di nessuno, siamo tutti fratelli in una comunanza di fragilità, di sofferenze e nell’essere peccatori. Perciò una preghiera che possiamo rivolgere a Dio è questa: “Signore, nessun vivente davanti a Te è giusto (cfr Sal 143,2) – questo lo dice un salmo: “Signore, nessun vivente davanti è Te è giusto”, nessuno di noi: siamo tutti peccatori –, siamo tutti debitori che hanno un conto in sospeso; non c’è alcuno che sia impeccabile ai tuoi occhi. Signore abbi pietà di noi!”. E con questo spirito la preghiera è feconda, perché andiamo con umiltà davanti a Dio a pregare per tutti. Invece, il fariseo pregava in modo superbo: “Ti ringrazio, Signore, perché io non sono come quei peccatori; io sono giusto, faccio sempre…”. Questa non è preghiera: questo è guardarsi allo specchio, alla realtà propria, guardarsi allo specchio truccato dalla superbia.

Il mondo va avanti grazie a questa catena di oranti che intercedono, e che sono per lo più sconosciuti… ma non a Dio! Ci sono tanti cristiani ignoti che, in tempo di persecuzione, hanno saputo ripetere le parole di nostro Signore: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).

Il buon pastore resta fedele anche davanti alla constatazione del peccato della propria gente: il buon pastore continua ad essere padre anche quando i figli si allontanano e lo abbandonano. Persevera nel servizio di pastore anche nei confronti di chi lo porta a sporcarsi le mani; non chiude il cuore davanti a chi magari lo ha fatto soffrire.

La Chiesa, in tutte le sue membra, ha la missione di praticare la preghiera di intercessione, intercede per gli altri. In particolare, ne ha il dovere chiunque sia posto in un ruolo di responsabilità: genitori, educatori, ministri ordinati, superiori di comunità… Come Abramo e Mosè, a volte devono “difendere” davanti a Dio le persone loro affidate. In realtà, si tratta di guardarle con gli occhi e il cuore di Dio, con la sua stessa invincibile compassione e tenerezza. Pregare con tenerezza per gli altri.

Fratelli e sorelle, siamo tutti foglie del medesimo albero: ogni distacco ci richiama alla grande pietà che dobbiamo nutrire, nella preghiera, gli uni per gli altri. Preghiamo gli uni per gli altri: farà bene a noi e farà bene a tutti.