Venerdì V Settimana del Tempo Ordinario

1Re 11,29-32; 12,19  Salmo 80  Marco 7,31-37

“Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi”. Sono i gesti di guarigione compiuti da Gesù su un sordomuto. Sono gesti un po’ folli, a prima vista. Se doveste andare da un medico per curare un problema all’udito e vi ficcasse il dito nell’orecchio che cosa direste? Tutto cambierebbe, forse, se voi conosceste il medico e aveste nei suoi confronti una stima e una intimità del tutto particolare. Ovviamente, l’evangelista Marco con queste immagini vuole dirci di più che la semplice fattualità del gesto. “Con mano potente e braccio disteso” Dio condusse fuori Israele dall’Egitto: c’è un’azione perentoria di Dio che sgrezza la sua opera e c’è un opera di cesello che l’adorna e l’abbellisce. Ecco qui il dito della mano: sono quelle parole che Dio sussurra nell’orecchio di ciascuno e ne fa un capolavoro unico! Il sordomuto del miracolo viene allontanato dalla folla, in un luogo solitario – proprio come Israele – e lì viene riabituato all’ascolto. E l’ascolto lo rimodella a immagine e somiglianza di Dio. Mi sembra evidente il messaggio subliminale che rimanda al Battesimo: il braccio potente è l’immersione nelle acque battesimali, il dito di Dio è la Parola che ascoltiamo ogni giorno, ogni Domenica: senza il cesello rimane solo il grezzo! Buona giornata. don Luciano.