Giovedì fra l’Ottava di Pasqua

Atti 3,11-23  Salmo 8  Luca 24,35-48

O accettiamo di avere dei limiti conoscitivi o sul mistero della risurrezione ci areniamo. È fuori dubbio che l’avvenimento pasquale sfugge alla verifica sperimentale: l’unica cosa chiara è che la tomba era vuota. Sul resto cala la nebbia più fitta. C’è solo il racconto disarmante dei testimoni che ci trasmettono con naturalezza lo stupore sorprendente degli incontri con il Risorto. Anche loro fanno fatica a credere; ai loro occhi “è un fantasma” – pensano – ma, poi, invitati da Gesù si siedono a tavola con Lui e mangiano del “pesce arrostito“.

Qui c’è poco da commentare: o sono tutti pazzi visionari o il realismo della risurrezione è di un’evidenza schiacciante. A meno di ripiegare, come fanno tanti, su una interpretazione simbolica e, allora, addio “originalità” della risurrezione. Ciò che mi entusiasma è la risurrezione di Gesù nel suo vero corpo, non la rinascita della sua anima. Capite l’importanza che ha questo avvenimento? Buona giornata. don Luciano.

P.S. Preghiamo per la nostra sorella Annita Mannucci vedova Bulli (Via Sacco e Vanzetti, 4) che oggi entra nella verità piena della risurrezione.

Auguri al nostro don Francesco che oggi ricorda il terzo anniversario dell’ordinazione sacerdotale.