Lunedì XVIII Settimana del Tempo Ordinario

Numeri 11,4b-15  Salmo 80  Matteo 14,13-21

“Voi stessi date loro da mangiare”. È noto che l’originale del Vangelo è scritto in lingua greca. La traduzione in lingue diverse non è mai priva di ambiguità: ci sono modi di dire tipici che sono per lo più intraducibili. In questo caso, i biblisti dicono che “voi stessi” potrebbe essere considerato sia soggetto che complemento oggetto. Ovviamente, cambia molto il senso. Un conto è occuparsi di sfamare della gente e un conto è fare di se stessi cibo per la gente. È un paradosso molto interessante che credo sia opportuno lasciare lì come una potente e significativa provocazione: sfamare non significa solo dare da mangiare cibo ma anche attenzione, cura, benevolenza. “Non di solo pane vive l’uomo”, ricorda perentoriamente la Scrittura. E poi, c’è una chiara sovrapposizione con l’Eucaristia: che cosa dice Gesù nel momento in cui offre il pane ai suoi discepoli? “Prendere e mangiate, questo è il mio corpo”! C’è il pane che nutre ma c’è soprattutto la persona di Gesù che si propone come nutrimento della vita. Mi piace ripetere ai fidanzati che si preparano al matrimonio cristiano che il senso del loro amarsi è tutto nel lasciarsi mangiare dall’altro fino alla morte: una vera e propria eucaristia vivente! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Il Signore accolga al banchetto celeste Annetta Baldi vedova Pampaloni (Viale della Resistenza, 31).