Martedì V Settimana del Tempo Ordinario

San Paolo Miki, Presbitero, e Compagni Martiri

1Re 8,22-23.27-2  30  Salmo 83  Marco 7,1-13

“I cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!”. Il Tempio di Gerusalemme doveva essere qualcosa di strepitosamente bello, unico per preziosità, ricchezza, bellezza, vastità, in tutta la Mezzaluna Fertile. Salomone si era dedicato con meticolosità nella cura dei dettagli per far sì che il culto a Dio potesse essere reso in tutta la sua solennità e perfezione, secondo le leggi stabilite da Mosè. Tutto era stato pensato e fatto a regola d’arte e, soprattutto, con la magnificenza dovuta al Dio grande e unico, salvatore potente, padre legittimo del popolo d’Israele. Nonostante questo, saggiamente, Salomone, nell’inaugurare il Tempio, nella grande preghiera rivolta a Dio, riconosce tutta la miserrima finitezza del luogo rispetto alla infinita magnificenza di Dio: come può un luogo così limitato contenere Colui che abita l’universo? Sembra una profezia! Gesù esprimerà proprio questa idea quando preannunzierà la distruzione del Tempio. Dio non si può contenere. Dio è tutto in tutti: Dio è nel creato, Dio è negli eventi della storia ma Dio è, soprattutto, nell’uomo. Lo possiamo affermare proprio sulla scorta della rivelazione: Dio si fa uomo! L’umanità di Gesù contiene tutta la divinità. Il Tempio è più grande di un uomo, ma la grandezza per Dio è un’altra cosa. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Un requiem per Dina Lastrucci vedova Romagnoli (Via di Mucciano, 24).