Sabato III Settimana del Tempo Ordinario

2Samuele 12,1-7a.10-17  Salmo 50  Marco 4,35-41

Ieri abbiamo letto il racconto del peccato di Davide, quando, invaghendosi della moglie di Urìa l’Ittita, per prendere con sé la donna, manda il marito in prima fila dove ferve la lotta più dura e lo abbandona alla violenza omicida dei nemici. Agli occhi degli uomini ne esce pulito ma agli occhi di Dio tutto è alla luce del sole. Il profeta Natan, ispirato da Dio, va da Davide e gli rimprovera il delitto: non lo accusa direttamente ma attraverso un racconto lo porta a capire di aver commesso una grave colpa. Davide inizialmente sembra non capire la storiella come riferita a lui stesso e propone per il responsabile della malvagità del racconto la pena massima – nei confronti degli altri ci si appella sempre a criteri di assoluta fedeltà ai principi – poi, non appena gli viene rimproverata la responsabilità della colpa, invoca il perdono di Dio. Per sé spera il perdono e per l’ipotetico malvagio della storiella invoca giustizia: due pesi e due misure. Proviamo a pensare se non è così anche per noi… Puntiamo il dito contro chiunque sbagli ma quando è il nostro turno pretendiamo il perdono. Da qui il messaggio splendido della misericordia. Ricordiamocelo! Buona giornata. don Luciano.