Venerdì XII Settimana del Tempo Ordinario

Sant’Ireneo, Vescovo e Martire

2Re 25,1-12  Salmo 136  Matteo 8,1-4

“Nabuzaradàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme. Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme”. I profeti d’Israele fecero di tutto per mettere in guardia il popolo dalla deriva idolatrica in cui era incorso ma non ottennero ascolto! Quante volte capita che un babbo o una mamma avvisino il figlio che se non studia viene bocciato e il figlio, imperterrito, non ascolta. Solo quando avviene l’irreparabile prende coscienza, ma è ormai tardi. Israele che aveva trovato la sua gloria e il suo benessere seguendo il Signore e obbedendo ai suoi comandi, si era illuso di poter vivere senza di Lui, rincorrendo gli idoli del tempo: via via ha perso il suo splendore ed è stata deportato in esilio come schiavo. È in sostanza la parabola del figliol prodigo. Corsi e ricorsi. Non viviamo anche noi in Occidente quello che è chiamata la grande “apostasia”? Il Cristianesimo ha fornito le radici per una convivenza rispettosa e solidale, edificando una comunità libera e aperta; ora si vive nella libertà e nell’apertura generati dal Vangelo ma strappandone le radici. Diversi profeti ci richiamano ad un ritorno affinché non avvenga la distruzione di tutto… vogliamo ascoltare? Buona giornata. don Luciano.