Natività di San Giovanni Battista

Isaia 49,1-6  Salmo 138  Atti 13,22-26  Luca 1, 57-66.80

Fin da piccolo mi sono chiesto più volte: “Ma io chi sono?”. È un mistero incredibile la nostra esistenza. Siamo così piccoli e finiti eppure le nostre storie sono in grado di produrre o delle grandi imprese o delle meschine devastazioni. Dentro la nostra finitezza si nasconde un potenziale che manco riusciamo a concepire. C’è di più: ciò che realizziamo non è buono o cattivo in base alla nostra considerazione, ma è lo è in ordine ad una ragione più grande. Si spiega così il senso della vocazione che è iscritta in ogni essere vivente. La nostra persona può essere un capolavoro o uno sgorbio in base alla sua corrispondenza o meno al progetto di Dio. Giovanni Battista è un semplice uomo, tale e quale a noi, che ha impresso alla sua vita il passo di Dio. Ha scoperto che il suo senso era nel porsi al servizio della storia che Dio stava scrivendo. Non ha preteso di scriverla con i caratteri propri della logica mondana ma si è messo in ascolto e si è fatto “precursore” dell’opera di Dio. Qui sta la grandezza del più grande tra i figli nati da donna e il più piccolo nel regno dei cieli. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Preghiamo per don Gherardo che stamani in Cattedrale a Firenze riceve l’Ordinazione Episcopale e fa il suo ingresso come Arcivescovo della nostra Arcidiocesi.

Una preghiera per Ferruccio Guidotti (Viale Giovanni XXIII, 65) e per Maria Chiocci vedova Chiocci (Via Che Guevara, 6) che oggi accompagniamo nel loro passaggio da questo mondo al Padre.