Martedì XXI Settimana del Tempo Ordinario

2Tessalonicesi 2,1-3a.13-17  Salmo 95  Matteo 23,23-26

Quando vediamo gente che prega con una certa frequenza siamo portati a dire “Che bravi!”, così come si ritiene che i preti e le suore siano più vicini a Dio rispetto ai laici. Sono tutti punti di vista molto relativi. Fanno parte di uno stereotipo religioso che Gesù ha stigmatizzato apertamente come fuorviante. ”Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà”. A Gesù non interessano tanto gli aspetti rituali della vita religiosa – servono anche quelli, ci mancherebbe! – ma la sostanza delle intenzioni e dei comportamenti. Non bisogna incorrere nei due rischi opposti: né considerare chi prega un semplice bigotto né ritenere che basti comportarsi bene per essere gradito a Dio. L’ideale è coniugare armonicamente l’istanza della preghiera con la cura dei gesti e delle azioni. Siamo tutti rigorosamente in cammino… ricordiamocelo! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera per Oberdan Valli (Via Massarenti, 14) che accompagniamo nel suo incontro col Padre.