Sabato III Settimana di Pasqua

Atti 9,31-42  Salmo 115  Giovanni 6,60-69

Guai a noi se tentiamo di addomesticare la Parola del Signore, adattandola alla nostra razionalità: la Parola è verità, vede più lontano dei nostri calcoli, è giusto che ci destabilizzi. La tentazione dei discepoli, di fronte al discorso sul pane di vita, di affermare “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?” c’è in tutti. Si tratta della fatica di abbandonare la nostra presunzione di sapere tutto e riconoscere l’assolutezza di Gesù. Il mondo, oggi come ieri, tende a bastare a se stesso e a eliminare la sproporzione dei discorsi evangelici: ma Gesù – secondo le parole dell’evangelista Giovanni – non è disposto a cedere uno “iota”. Sembra che è proprio la durezza del linguaggio ad aiutare l’uomo ad uscire da sé e a ritrovarsi. Gesù è disposto a perdere persino i suoi dodici amici più intimi, pur di difendere la verità: “Volete andarvene anche voi?”. Pietro, ancora una volta, se ne esce con una splendida professione di fede: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”! E noi? Buona giornata. don Luciano.