Venerdì III Settimana di Pasqua

Atti 9,1-20  Salmo 116  Giovanni 6,52-59

“Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla”. La conversione di San Paolo è sempre raccontata come una folgorazione: una sorta di on-off immediato, un passaggio repentino dal fariseismo integralista alla fede radicale in Gesù. Non è così! Paolo ha dovuto fare un lungo percorso dalle tenebre alla luce. C’è qualcosa che lo ha buttato nella crisi più nera dove tutte le certezze sono crollate e nulla di chiaro era più capace di aprirgli scenari nuovi: non vedeva nulla! Sono convinto che questa è la necessario condizione del passaggio della fede: occorre riconoscere il buio e occorre aprirsi ad una luce nuova. Come gli occhi del corpo abituati al buio fanno fatica a stare alla luce così gli occhi del cuore: è necessario abituarli pian piano! Così è stato per Paolo: prima di diventare l’apostolo delle genti più fervente della storia ha dovuto pregare e riflettere insieme ad Anania e la sua comunità. Solo pian piano ha maturato la consapevolezza di quell’incontro scioccante sulla via per Damasco! Nessun uomo vede: siamo tutti ciechi! Col Battesimo inizia un lungo cammino di educazione dello sguardo… che non finisce mai… Buona giornata. don Luciano.

P.S. Accompagniamo con le nostre preghiere l’Arcivescovo eletto Gherardo. La Chiesa di Firenze vive una nuova primavera.