Giovedì III Settimana di Pasqua

Atti 8, 26-40   Salmo 65  Giovanni 6,44-51

“Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”. I Padri della Chiesa hanno definito l’Eucaristia “farmaco d’immortalità”. Una medicina contro la morte. Quando uno ha una malattia non ha dubbi: va da un medico e si fa prescrivere dei farmaci per ottenere la guarigione. Non sa con certezza se guarirà ma si fida del medico. Il farmaco che l’ammalato assume adempie alla sua funzione a prescindere dalla sua consapevolezza. Certo: ogni farmaco è accompagnato da un bugiardino – il nome è già un programma – ma chi l’ha scritto noi non lo sappiamo. L’Eucaristia è il farmaco per chi è ammalato di morte e desidera guarire. Non è un farmaco che si può assumere in solitaria. È un farmaco che è fatto di Parola e di Pane. Quando facciamo la Comunione, noi ammalati di morte, mangiamo un Pane che ha il gusto di una Parola particolare che ci viene rivolta e di un Pane speciale che è Gesù. Chi segue la cura con regolarità – la Messa della Domenica  – è testimone che la morte non ha più potere su di lui. Come tutti i farmaci non lo si può prendere a piacimento ma richiede una tempistica e una posologia ben definiti. Che dono enorme abbiamo a disposizione e non lo sfruttiamo… Buona giornata. don Luciano.

P.S. Oggi alle 12.00 in Cattedrale, l’annuncio del nuovo Arcivescovo di Firenze. Preghiamo per la nostra Chiesa fiorentina.