Mercoledì II Settimana del Tempo Ordinario

Ebrei 2,14-18  Salmo 104  Marco 1,29-39

“Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea”.  Mi sembra di rilevare un passaggio significativo in questo versetto: dalla sinagoga alla casa. La fede passa dall’essere una questione religiosa all’essere una questione di vita. È terribile la tentazione che l’uomo ha di fare della spiritualità un fatto semplicemente intimo, prevalentemente motivazionale, sostanzialmente di nicchia. Gesù riporta tutto alla realtà: fede e vita sono la stessa cosa! Quante volte si sente dire: “Occorre portare la fede nella vita”… è una vera e propria follia. La fede è la vita! Non si possono, nella maniera più assoluta, separare. Gesù passa dalla sinagoga alla casa per dire che si declina il credere nelle cose ordinarie che si vivono. La vita esprime la fede che abbiamo. La fede non è una pura questione di parole o di idee ma di scelte, di atti e di gesti. La liturgia, nel congedo finale, esprime questa convinzione: “Andate in pace!”, cioè: le cose che avete ascoltato e vissuto qui, sono le stesse che vivete nella vita. La vita che viviamo è divina, non si tratta di una semplice possibilità riservata a pochi eletti. Al limite possiamo dire che qualcuno lo riconosce e qualcuno no ma non importa. La vita che viviamo è la vita stessa di Dio! Impressionante! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Un requiem per Gianluigi Montanari (Piazza del Mercato, 81) e Gildo Giovannini (Via Belvedere, 16).