VI Domenica del Tempo Ordinario (B)

Levitico 13,1-2.45-46  Salmo 31  1Corinzi 10,31 – 11,1  Marco 1,40-45

Un lebbroso, nella Palestina del tempo di Gesù, era un concentrato di problemi: problemi di tipo fisico, perché era malato gravemente di un morbo che progressivamente gli intaccava il corpo; problemi di tipo morale, perché questa malattia era considerata una punizione divina per qualche peccato commesso; problemi di tipo sociale, perché escludeva dalla comunità umana: i lebbrosi dovevano starsene da parte; si metteva in pratica scrupolosamente quanto leggiamo nella Prima Lettura dal Libro del Levitico: il lebbroso portava vesti strappate, capo scoperto, barba coperta, se ne stava solo, abitava fuori dell’accampamento e andava gridando agli altri di essere impuro; e, infine, problemi di tipo religioso, perché il contatto con la lebbra rendeva impuri: addirittura si considerava contaminato uno che anche solo vedesse un lebbroso da lontano. Viene da rabbrividire nell’immaginare un regime del genere. C’è, tuttavia, da prendere coscienza come nel mondo, in tanti contesti religiosamente radicalizzati, sia ancora così: è facilissimo essere marginalizzati e stigmatizzati come non conformi allo standard richiesto dalla società imperante.

Non è che la realtà in cui viviamo sia scevra da una tale condizione: anche dentro le nostre società moderne ci sono degli standard che vanno osservati per essere accettati e riconosciuti! Se qualcuno esce dal cliché  del mainstream dominante, basta niente, per essere additati e socialmente cacciati all’angolo.

Al tempo di Gesù c’erano i lebbrosi piagati nel corpo da ferite purulente… oggi ci sono lebbrosi stigmatizzati per il loro pensiero e il loro orientamento… Quante persone da un momento all’altro vengono dichiarate “impure”, inascoltabili, impresentabili!

Per Gesù non c’è nessun impuro! Ogni uomo, ogni donna ha una dignità che gli viene dall’essere persona! Il resto è semplice corollario…. Buona Domenica. don Luciano.