Sabato II Settimana di Avvento

Siracide 48,1-4.9-11  Salmo 79  Matteo 17,10-13

La tenerezza è una componente necessaria alla rivelazione dell’amore. Se un bambino non fa questa esperienza ne porterà dei segni devastanti per tutta la vita. Tuttavia, pure il linguaggio rude del rimprovero ha il suo posto ugualmente inderogabile. Oltre all’essere, c’è pure il dover essere: c’è la necessità di spremere la vita affinché ne venga fuori tutto il succo. Ebbene: mi piace pensare a questa dimensione come a quella esercitata dal precursore Giovanni Battista. “Sorse Elìa profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola”. Le parole del Battista risuonano estremamente severe ed esigenti, a confronto con la dolcezza di Gesù. Tuttavia, non ci sarebbero stati cuori aperti e disponibili all’accoglimento della Grazia se non ci fosse stata la preparazione di Giovanni. I primi discepoli escono proprio dal gruppo dei seguaci del Battista. Per questo: non andiamo incontro al Natale con la sola dimensione del far festa e dello stare insieme. Mettiamoci anche un po’ di impegno nella conversione. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera per Lanfranco Villani (Corso Matteotti, 164) che torna al Padre.