Giovedì II Settimana di Pasqua

Atti 5,27-33  Salmo 33  Giovanni 3,31-36

L’evangelista Giovanni è certamente il più “estremo”: mette in chiaro, fin dai primi versetti, il nucleo sostanziale del suo annuncio “il Verbo era presso Dio… e il Verbo si fece carne”! Gesù è il Figlio di Dio! È Colui che sta di fronte a Dio e, unico, può mostrare al mondo la Verità. Dopo la resurrezione, questo messaggio prende tutta la sua più chiara evidenza: Lui, Gesù, viene dall’alto e parla un linguaggio che il mondo non riconosce. Il mondo ha un suo linguaggio che ormai è distante dal linguaggio di Dio: perché ci possa essere un incontro tra il mondo e Dio è necessario credere nel Figlio di Dio! “Chi crede ha la vita eterna”: questa è la maniera di Giovanni per esprimere l’avvenimento dell’unione spirituale tra Dio e l’umanità. Una vita che non è strada a fondo cieco ma che si staglia nell’eternità. Qui c’è la libertà dell’uomo: di credere o non credere! È l’atto più importante che l’uomo possa compiere. Un atto estremamente difficile perché osteggiato a morte dal mondo. Vedi gli apostoli nella descrizione della Prima Lettura e tutti i discepoli della storia. Pietro, a chi lo incalza sulla non opportunità della sua fede ad un certo punto dice: “Bisogna obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini”! Scelta costosa ma determinante! Buona lotta, fratelli e sorelle! E buona giornata. don Luciano.