Mercoledì I Settimana del Tempo Ordinario

1Samuele 3,1-10.19-20  Salmo 39  Marco 1,29-39

Dio chiama. Dio continuamente ci interpella. È un assoluto della fede. Non lo si può mettere in discussione. Ciò che sappiamo di Lui è solo ciò che Lui ha rivelato. Altrimenti non sapremmo nulla. Ancora parla. Forse siamo come Samuele che, non avendo ancora conosciuto il Signore, ne sentiamo la voce ma non la sappiamo identificare. È il sacerdote Eli a discernere e suggerire come rispondere alle interpellanze di Dio: “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta”. Ascoltare il Signore: ecco l’essenza dell’essere davanti a Dio. Vivere ciò che ci insegna quel testo meraviglioso della vocazione di Samuele: “Parla, Signore, che il tuo servo di ascolta”. Attenzione a non dire: “Ascolta, Signore, che il tuo servo parla”. No! “Parla, Signore. Sono qui davanti a Te. Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta!”. Ci si trova scaraventati davanti alla presenza di Dio solo quando si ha il coraggio di stare zitti e di metterci ad ascoltare. Gesù – anche nella pagina di Vangelo che oggi ci è suggerita dalla liturgia lo ribadisce – si alzava di buon mattino e in solitudine pregava. Dobbiamo smetterla di vivere come se noi fossimo l’unica cosa vera e concreta. Per la verità, l’unica cosa vera e concreta è Dio. Noi siamo assolutamente effimeri, di passaggio. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera accorata per Ornella Santoni vedova Mannaioni (Via L. da Vinci, 60) e per Giampaola Margheri (Via del Canto, 27) passate all’altra riva.