Mercoledì V Settimana di Pasqua
Atti 15,1-6 Salmo 121 Giovanni 15,1-8
“Io sono la vite vera”. Significa che ce n’è una falsa. Ci sono viti selvatiche che fanno uva acerba. La vite vera di cui il Padre si prende cura è Gesù: chi è innestato in Gesù è oggetto del lavoro del divino agricoltore. Può accadere che pur essendo in Gesù si venga tagliati. Drammatica questa eventualità. Tagliati e staccati da Gesù si muore. Qual è il motivo della recisione? L’essere infruttiferi. Non si è mai sterili se si trae linfa dalla vera vite che è Gesù. Se un tralcio della vite vera non porta frutto è solo perché ha spezzato il suo legame con lei. Ad un tralcio non è possibile fare frutto senza vite. È tuttavia necessario alla vite avere dei tralci su cui fare frutto. Per questo il Padre ha grande attenzione per i tralci tanto da potarli regolarmente: affinché portino ancora più frutto. Se portiamo frutti non possiamo mai vantarcene: tutto è merito dell’agricoltore e della vite. Noi solo umili servi! Buona giornata. don Luciano.
P.S. Stamattina e nel pomeriggio in Pieve, 109 ragazzi e ragazze ricevono il Sacramento della Cresima: lo Spirito Santo che da Gesù, vera vite, scorre in noi suoi tralci, susciti entusiasmo, ricchezza di doni, bellezza di vita in loro.