Domenica 6 Marzo

Pieve: alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo: Corrado Cantini (Via XXV Aprile, 24); Silvana Sani vedova Cardini (Rufina); Giuseppe Francolini (Via Primo Maggio, 9); Silvano Paoli (Via Pasubio, 7); Giovanni Cecchini (La Brocchi); Carla Wilma Viliani vedova Cecchi; Lido Lepri (Bia Sacco e Vanzetti, 5); Carla Costi in Tassini (RSA San Giuseppe).

Santuario: al termine della Santa Messa delle 10.30 “Velatio” del Santissimo Crocifisso.

Pieve: ore 15.00 e ore 16.30 Celebrazione della Prima Confessione per i bambini di Quarta Primaria del Catechismo.

Figliano: dalle 15.00 incontro del post Cresima ragazzi del 2007.

Olmi: ore 17.00 Ora di Adorazione Eucaristica guidata dal Cenacolo di Elia.

Lunedì 7 Marzo

Centro Giovanile: ore 20.30 incontro per i ragazzi del post Cresima 2008

Martedì 8 Marzo

Cappella della Misericordia: ore 21.00 Santa Messa per i fratelli e le sorelle viventi e defunti della Confraternita.

Mercoledì 9 Marzo

Centro Giovanile: ore 19.30 incontro per i ragazzi del post Cresima 2009.

Pieve: Arrivo dell’immagine del Crocifisso di San Damiano. Ore 21.00: “Il Crocifisso di San Damiano: iconografia e teologia”. Incontro con Padre Francesco Mori.

Giovedì 10 Marzo

Pieve: ore 8.00 e ore 18.00 Santa Messa alla presenza del Crocifisso di San Damiano.

Vicchio: ore 21.00 presso l’Oratorio incontro dei giovani del Vicariato.

Venerdì 11 Marzo

Pieve: ore 8.00 Santa Messa alla presenza del Crocifisso di San Damiano.

Santuario: ore 17.00 VIA CRUCIS e ore 18.00 Santa Messa alla presenza del Crocifisso di San Damiano.

Sabato 12 Marzo

Pieve: dalle 10 alle 12 Catechismo per i bambini di Terza Primaria.

Centro Giovanile: dalle 10 alle 12 Catechismo per i ragazzi di Quinta Primaria.

Domenica 6 Marzo

Santuario: al termine della Santa Messa delle 10.30 “Velatio” del Santissimo Crocifisso.

Pieve: ore 15.00 e ore 16.30 Celebrazione della Prima Confessione per i bambini di Quarta Primaria del Catechismo.

Figliano: dalle 15.00 incontro del post Cresima ragazzi del 2007.

Olmi: ore 17.00 Ora di Adorazione Eucaristica guidata dal Cenacolo di Elia.

AIUTI PER L’UCRAINA

Centro di raccolta presso la Sede della Misericordia di Borgo San Lorenzo in Via Roma.

Queste le cose che ci vengono richieste

  1. prodotti alimentari di lunga conservazione: pasta, sugo, riso, legumi, carne, tonno ed altri prodotti in scatolette, olio di olive e di girasole. Alimentazione (omogenizzati, frutta secca…) e i pannolini per i bambini.
  2. farmaci: emostatici, antidolorifici, anticoagulanti, antistaminici, antinfiammatori, antipiretici. VAC apparecchi e ricambi; kit per sutura e per il trattamento delle ferite; bisturi monouso sterili ghiaccio istantaneo, acqua ossigenata, disinfettanti (presidi medico chirurgici) e per le mani; benda (coesiva, orlata, elastica, oculare, all’ossido di zinco), compressa garza 16 strati sterile 10×10 e compresse TNT sterili e non sterili; medicazione sterile; cerottini sutura, guanti monouso e chirurgici sterili. I pannoloni per gli adulti.
  3. Coperte di lana e le coperte isotermiche (oro); i letti (brandine) pieghevoli con materasso (20-40 pz.); i materassi, i cuscini, la biancheria per il letto; i generatori di corrente a gasolio (5-10 kW); le motoseghe (lama 70 cm.). I prodotti per l’igiene: bagnoschiuma, shampoo, sapone liquido per le mani, assorbenti. I detersivi liquidi per la lavatrice e per la pulizia ecc.

Catechesi sulla preghiera:

30. La preghiera vocale

La preghiera è dialogo con Dio; e ogni creatura, in un certo senso, “dialoga” con Dio. Nell’essere umano, la preghiera diventa parola, invocazione, canto, poesia… La Parola divina si è fatta carne, e nella carne di ogni uomo la parola torna a Dio nella preghiera.

Le parole sono nostre creature, ma sono anche nostre madri, e in qualche misura ci plasmano. Le parole di una preghiera ci fanno attraversare senza pericolo una valle oscura, ci dirigono verso prati verdi e ricchi di acque, facendoci banchettare sotto gli occhi di un nemico, come ci insegna a recitare il salmo (cfr Sal 23). Le parole nascono dai sentimenti, ma esiste anche il cammino inverso: quello per cui le parole modellano i sentimenti. La Bibbia educa l’uomo a far sì che tutto venga alla luce della parola, che nulla di umano venga escluso, censurato. Soprattutto il dolore è pericoloso se rimane coperto, chiuso dentro di noi… Un dolore chiuso dentro di noi, che non può esprimersi o sfogarsi, può avvelenare l’anima; è mortale.

È per questa ragione che la Sacra Scrittura ci insegna a pregare anche con parole talvolta audaci. Gli scrittori sacri non vogliono illuderci sull’uomo: sanno che nel suo cuore albergano anche sentimenti poco edificanti, addirittura l’odio. Nessuno di noi nasce santo, e quando questi sentimenti cattivi bussano alla porta del nostro cuore bisogna essere capaci di disinnescarli con la preghiera e con le parole di Dio. Nei salmi troviamo anche espressioni molto dure contro i nemici – espressioni che i maestri spirituali ci insegnano a riferire al diavolo e ai nostri peccati –; eppure sono parole che appartengono alla realtà umana e che sono finite nell’alveo delle Sacre Scritture. Sono lì a testimoniarci che, se davanti alla violenza non esistessero le parole, per rendere inoffensivi i cattivi sentimenti, per incanalarli così che non nuocciano, il mondo ne sarebbe tutto quanto sommerso.

La prima preghiera umana è sempre una recita vocale. Per prime si muovono sempre le labbra. Anche se tutti sappiamo che pregare non significa ripetere parole, tuttavia la preghiera vocale è la più sicura ed è sempre possibile esercitarla. I sentimenti invece, per quanto nobili, sono sempre incerti: vanno e vengono, ci abbandonano e ritornano. Non solo, anche le grazie della preghiera sono imprevedibili: in qualche momento le consolazioni abbondano, ma nei giorni più bui sembrano evaporare del tutto. La preghiera del cuore è misteriosa e in certi momenti latita. La preghiera delle labbra, quella che si bisbiglia o che si recita in coro, è invece sempre disponibile, e necessaria come il lavoro manuale. Il Catechismo afferma: «La preghiera vocale è una componente indispensabile della vita cristiana. Ai discepoli, attratti dalla preghiera silenziosa del loro Maestro, questi insegna una preghiera vocale: il Padre Nostro» (n. 2701). “Insegnaci a pregare”, chiedono i discepoli a Gesù, e Gesù insegna una preghiera vocale: il Padre Nostro. E in quella preghiera c’è tutto.

Tutti dovremmo avere l’umiltà di certi anziani che, in chiesa, forse perché ormai il loro udito non è più fine, recitano a mezza voce le preghiere che hanno imparato da bambini, riempiendo la navata di bisbigli. Quella preghiera non disturba il silenzio, ma testimonia la fedeltà al dovere dell’orazione, praticata per tutta una vita, senza venire mai meno. Questi oranti dalla preghiera umile sono spesso i grandi intercessori delle parrocchie: sono le querce che di anno in anno allargano le fronde, per offrire ombra al maggior numero di persone. Solo Dio sa quando e quanto il loro cuore fosse unito a quelle preghiere recitate: sicuramente anche queste persone hanno dovuto affrontare notti e momenti di vuoto. Però alla preghiera vocale si può restare sempre fedeli. È come un’ancora: aggrapparsi alla corda per restare lì, fedeli, accada quel che accada.

Abbiamo tutti da imparare dalla costanza di quel pellegrino russo, di cui parla una celebre opera di spiritualità, il quale ha appreso l’arte della preghiera ripetendo per infinite volte la stessa invocazione: “Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori!” (cfr CCC, 26162667). Ripeteva solo questo. Se arriveranno grazie nella sua vita, se l’orazione si farà un giorno caldissima tanto da percepire la presenza del Regno qui in mezzo a noi, se il suo sguardo si trasformerà fino ad essere come quello di un bambino, è perché ha insistito nella recita di una semplice giaculatoria cristiana. Alla fine, essa diventa parte del suo respiro. È bella la storia del pellegrino russo: è un libro alla portata di tutti. Vi consiglio di leggerlo: vi aiuterà a capire cos’è la preghiera vocale.

Dunque, non dobbiamo disprezzare la preghiera vocale. Qualcuno dice: “Eh, è cosa per i bambini, per la gente ignorante; io sto cercando la preghiera mentale, la meditazione, il vuoto interiore perché venga Dio”. Per favore, non bisogna cadere nella superbia di disprezzare la preghiera vocale. È la preghiera dei semplici, quella che ci ha insegnato Gesù: Padre nostro, che sei nei cieli … Le parole che pronunciamo ci prendono per mano; in qualche momento restituiscono il gusto, destano anche il più assonnato dei cuori; risvegliano sentimenti di cui avevamo smarrito la memoria, e ci portano per mano verso l’esperienza di Dio. E soprattutto sono le sole, in maniera sicura, che indirizzano a Dio le domande che Lui vuole ascoltare. Gesù non ci ha lasciato nella nebbia. Ci ha detto: “Voi, quando pregate, dite così!”. E ha insegnato la preghiera del Padre Nostro (cfr Mt 6,9).