Domenica 14 Gennaio

Pieve: alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo: Piero Conti (Via del Cantone, 75 – Panicaglia), Marisa Pieri vedova Lascialfari (Piazza Campobello, 6 – Panicaglia), Anna Casati vedova Prunecchi (Via Massarenti, 10), Ornella Santoni vedova Mannaioni (Via L. da Vinci, 60), Giampaola Margheri (Via del Canto, 27), Adua Bucelli vedova Rinaldelli (Viale Giovanni XXIII, 40), Giulio Cammelli (Via Nenni, 1), Lilia Pani vedova Romagnoli (Piazza Curtatone E Montanara, 31).

Centro Giovanile: Insieme Party…amo: Domenica in compagnia dove l’amicizia, i sorrisi e la gioia di stare insieme non mancheranno. Programma: ore 10,30 Santa Messa al Santuario; dopo, tombola con tanti premi. Ore 13.00 Pranziamo insieme e poi pomeriggio con canti e musica dal vivo. 

Lunedì 15 Gennaio

Centro Giovanile: ore 19.30 incontro coi Giovanissimi del post Cresima 2009/10.

Martedì 16 Gennaio

Centro giovanile. Ore 19.00 incontro per la preparazione Educatori Campi Scuola.

Cappella dell’Ospedale: ore 21.00, incontro di Catechesi per adulti.

Mercoledì 17 Gennaio

Centro Giovanile: ore 20.00 incontro coi Giovanissimi del post Cresima 2011.

Centro Giovanile: ore 21.00, incontro di Catechesi per adulti.

Giovedì 18 Gennaio

Sede della Misericordia: ore 18.00, incontro di Catechesi per adulti.

Sabato 20 Gennaio

Centro Giovanile: dalle 10.00 alle 12.00 incontro di catechismo per i ragazzi di Prima Media.

Domenica 21 Gennaio – Festa di San Sebastiano, Patrono della Misericordia di Borgo San Lorenzo

  • Oratorio della Misericordia: ore 8.00 Lodi Mattutine.
  • Pieve: alla Santa Messa delle 11.30 vestizione di nuovi fratelli e sorelle della Confraternita.
  • Oratorio della Misericordia: ore 17.00 Vespri.

Al termine delle Sante Messe nelle chiese dell’Unità Pastorale vengono distribuiti i panini benedetti.

Pieve: alla Santa Messa delle 10.00 ai Bambini del Catechismo di Terza Primaria viene consegnato il Vangelo. Al termine fanno il loro incontro nei locali parrocchiali. 

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE

Lunedì 15: Corso Matteotti – Piazza Garibaldi – Piazza Cavour – Piazza del Popolo.

Martedì 16: Via don L. Sturzo – Via Fiume – Via dei Macelli. 

Mercoledì 17: Via G. Mazzini – Via San Martino – Via P. Corso – Vicolo Ghibellino – Piazza A. Gramsci – Via Giotto 

Giovedì 18: Via F. Pecori Giraldi – Via Giotto Ulivi – Via Pananti  – Via Trieste – Via G. Franceschi – Via Pasubio. 

Venerdì 19: Piazza Martiri della Libertà – Via Primo Maggio.

In anticipo, verrà consegnato alle famiglie il programma con l’itinerario.

VERSO IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

Gli incontri per i fidanzati in preparazione al Matrimonio inizieranno Mercoledì 7 Febbraio alle 21.00 nei locali parrocchiali della Pieve. 

CATECHESI DEL PAPA

La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente. 13. Testimoni: San Francesco Saverio

Proseguendo il nostro itinerario delle Catechesi con alcuni modelli esemplari di zelo apostolico… ricordiamo che stiamo parlando della evangelizzazione, dello zelo apostolico, del portare avanti il nome di Gesù, e ci sono nella storia tante donne e uomini che hanno fatto questo in modo esemplare. Oggi, per esempio, scegliamo, San Francesco Saverio: è considerato, alcuni dicono, il più grande missionario dei tempi moderni. Ma non si può dire chi è il più grande, chi è il più piccolo, perché ci sono tanti missionari nascosti che anche oggi fanno tanto più di San Francesco Saverio. E Saverio è il Patrono delle missioni, come Santa Teresa del Bambin Gesù. Ma un missionario è grande quando va. E ci sono tanti, tanti, sacerdoti, laici, suore, che vanno nelle missioni, anche dall’Italia e tanti di voi. Io vedo, per esempio, quando mi presentano la storia di un sacerdote come candidato all’episcopato: ha passato dieci nella missione in tale luogo… questo è grande: uscire dalla patria per predicare il Vangelo. È lo zelo apostolico. E questo noi dobbiamo coltivare tanto. E guardando la figura di questi uomini, di queste donne, impariamo.

E San Francesco Saverio nasce in una famiglia nobile ma impoverita della Navarra, nel nord della Spagna, nel 1506. Va a studiare a Parigi – è un giovane mondano, intelligente, bravo. Lì incontra Ignazio di Loyola. Gli fa fare gli esercizi spirituali e cambia vita. E lui lascia tutta la sua carriera mondana per diventare missionario. Lui si fa gesuita, fa i voti. Poi diventa sacerdote, e va a evangelizzare, inviato in Oriente. In quel tempo i viaggi dei missionari in Oriente erano un invio verso mondi sconosciuti. E lui va, perché era pieno di zelo apostolico. Parte così il primo di una numerosa schiera di missionari appassionati dei tempi moderni, pronti a sopportare fatiche e pericoli immensi, a raggiungere terre e incontrare popoli di culture e lingue del tutto sconosciute, spinti solo dal fortissimo desiderio di far conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo.

In poco più di undici anni compirà un’opera straordinaria. È stato missionario undici anni più o meno. I viaggi in nave a quel tempo erano durissimi, erano pericolosi. Molti morivano in viaggio per naufragi o malattie. Oggi purtroppo muoiono perché noi li lasciamo morire nel Mediterraneo… Saverio passa sulle navi oltre tre anni e mezzo, un terzo dell’intera durata della sua missione. Sulle navi lui passa oltre tre anni e mezzo, per andare in India, poi dall’India in Giappone.

Arrivato a Goa, in India, la capitale dell’Oriente portoghese, la capitale culturale e anche commerciale, Saverio vi pone la sua base, ma non si ferma lì. Va ad evangelizzare i poveri pescatori della costa meridionale dell’India, insegnando catechismo e preghiere ai bambini, battezzando e curando i malati. Poi, durante una preghiera notturna presso la tomba dell’apostolo San Bartolomeo, sente di dover andare oltre l’India. Lascia in buone mani il lavoro già avviato e salpa con coraggio per le Molucche, le isole più lontane dell’arcipelago indonesiano. Per questa gente non c’erano orizzonti, loro andavano oltre… Un coraggio avevano questi santi missionari! Anche quelli di oggi, anche se non vanno in nave per tre mesi, vanno in aereo per 24 ore ma poi lì è lo stesso. Si deve mettere lì, e fare tanti chilometri, addentrarsi nelle foreste. E Saverio, nelle Molucche, mette in versi il catechismo nella lingua locale e insegna a cantare il catechismo, perché con il canto lo si apprende meglio. Quali siano i suoi sentimenti lo capiamo dalle sue lettere. Scrive così: «I pericoli e le sofferenze, accolti volontariamente e unicamente per amore e servizio di Dio nostro Signore, sono tesori ricchi di grandi consolazioni spirituali. Qui in pochi anni si potrebbero perdere gli occhi per le troppe lacrime di gioia!» (20 gennaio 1548). Piangeva di gioia vedendo l’opera del Signore.

Un giorno, in India, incontra un giapponese, che gli parla del suo lontano Paese, dove mai nessun missionario europeo si era ancora spinto. E Francesco Saverio aveva l’inquietudine dell’apostolo, di andare oltre, e decide di partire al più presto, e ci arriva dopo un viaggio avventuroso sulla giunca di un cinese. I tre anni in Giappone sono durissimi, per il clima, le opposizioni e l’ignoranza della lingua, ma anche qui i semi piantati daranno grandi frutti. Il grande sognatore, Saverio, in Giappone capisce che il Paese decisivo per la missione nell’Asia era un altro: la Cina. con la sua cultura, la sua storia, la sua grandezza, esercitava di fatto un predominio su quella parte del mondo. Anche oggi la Cina è proprio un polo culturale, con una storia grande, una storia bellissima. Perciò egli torna a Goa e poco dopo s’imbarca di nuovo sperando di poter entrare in Cina. Ma il suo disegno fallisce: egli muore alle porte della Cina, su un’isola, la piccola isola di Sancian, davanti alle coste cinesi aspettando invano di poter sbarcare sulla terraferma vicino a Canton. Il 3 dicembre 1552, muore in totale abbandono, solo un cinese è accanto a lui a vegliarlo. Così termina il viaggio terreno di Francesco Saverio. Era invecchiato, quanti anni aveva? Ottanta già? No…Aveva soltanto quarantasei anni, aveva speso la vita nella missione, con lo zelo. Parte dalla Spagna colta e arriva al Paese più colto del mondo in quel momento, la Cina, e muore davanti alla grande Cina, accompagnato da un cinese. Tutto un simbolo!

La sua attività intensissima è stata sempre unita alla preghiera, all’unione con Dio, mistica e contemplativa. Non lasciò la preghiera mai, perché sapeva che lì c’era la forza. Dovunque si trovava, aveva grande cura per i malati, i poveri e i bambini. Non era un missionario “aristocratico”: andava sempre con i più bisognosi, i bambini che erano i più bisognosi di istruzione, di catechesi, i poveri, i malati: andava proprio alle frontiere dell’assistenza dove è cresciuto in grandezza. L’amore di Cristo è stato la forza che lo ha spinto sino ai confini più lontani, con fatiche e pericoli continui, superando insuccessi, delusioni e scoraggiamenti, anzi, dandogli consolazione e gioia nel seguirlo e servirlo fino alla fine.

San Francesco Saverio che ha fatto questa cosa tanto grande, in tanta povertà, e con tanto coraggio, ci dia un po’ di questo zelo, di questo zelo per vivere il Vangelo e annunciare il Vangelo. Ai tanti giovani oggi che hanno un po’ di inquietudine e non sanno che cosa fare con quella inquietudine, dico: guardate Francesco Saverio, guardate l’orizzonte del mondo, guardate i popoli in tanta necessità, guardate tanta gente che soffre, tanta gente che ha bisogno di Gesù. E andate, abbiate coraggio. Anche oggi ci sono giovani coraggiosi. Penso a tanti missionari per esempio nella Papua Nuova Guinea, penso ad amici miei, giovani, che stanno nella diocesi di Vanimo, e tutti quelli che sono andati ad evangelizzare sulla scia di Francesco Saverio. Che il Signore dia a tutti noi la gioia di evangelizzare, la gioia di portare avanti questo messaggio tanto bello che fa felici noi, e tutti.