Martedì della II Settimana di Pasqua

Atti 4,32-37  Salmo 92  Giovanni 3,7-15

La Liturgia ci propone il brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo letto Domenica. Nei primi versetti dice: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune”. Papa Francescoha commentato così: “Questo non è comunismo ma cristianesimo allo stato puro“. Verissimo! In che senso non è comunismo? Perché non è un fatto ideologico ma è una scelta di comunione. A fondamento del mettere in comune non sta una decisione etica ma una scelta di fede. Tant’è che a nessuno mai è stato imposto questo criterio: deve essere espressione di una scelta libera e personale.

Il fatto che oggi tra i credenti si faccia fatica a vivere questa radicalità può essere occasione di una verifica sullo stato del cammino di conversione. Forse ci siamo allineati con il mondo e abbiamo posto la nostra fiducia più sui beni che sulla forza dell’amore. Questo non vuol dire che si debba mettere in comune tutti i beni ma piuttosto che occorre rimetterci in cammino nella fede per acquisire maggior libertà dalle cose e così condividere con più generosità e larghezza!

Preziose queste parole di Gibran: “E’ bene  dare  quando  è  richiesto,  ma  è meglio donare senza ricevere invito, per intuizione. E c’è qualcosa che voi vorreste trattenere? Tutto quanto possedete sarà dato un giorno. Per questo donate oggi, affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi”. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Accompagniamo nel loro passaggio da questo mondo al Padre, Marcella De Majo vedova Parrini (Via Che Guevara, 4) e Prende Ndoja (Via don Sturzo, 71).