Lunedì XXVII Settimana del Tempo Ordinario

Giona 1,1 – 2,1.11  Salmo Giona 2,3-5.8  Luca 10,25-37

“Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Molto bella questa domanda: lo scriba, in maniera del tutto corretta, non chiede come “meritare” la vita eterna ma come “ereditare”. Che differenza c’è? Da una parte la vita piena è qualcosa da conquistare con i propri sforzi al punto che Dio dovrebbe concedercela per averla noi conquistata sul campo, dall’altra, la vita eterna è acquisita in forza di un legame di appartenenza. La vita eterna non si conquista ma si riceve come dono. Se ad una persona spetta una eredità sa già che, a prescindere dal suo comportamento, gli arriverà. La consapevolezza di questo diritto apre ad un menefreghismo e ad un atteggiamento di pretesa oppure ad un amore, una riconoscenza, una gratitudine senza fine. La certezza della salvezza non toglie minimamente l’impegno ad una vita santa, anzi, la alimenta. Il samaritano – che è Gesù – una volta soccorso e portato alla locanda  il malcapitato gli paga la cura per tutto il tempo necessario, senza che questi glielo chieda o lo esiga. È immaginabile che il malcapitato, una volta guarito, viva tutta la sua esistenza nella gratitudine verso il suo soccorritore. Così è la nostra vita: un rendimento di grazie a Colui che ci ha fatti eredi della sua stessa vita!  Buona giornata. don Luciano.