V Domenica del Tempo Ordinario (B)

Giobbe 7,1-4.6-7  Salmo 146  1Corinzi 9,16-19.22-23  Marco 1,29-39

La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba”. Questa espressione di Giobbe – Giobbe è l’immagine dell’uomo devastato dalla sofferenza – è così viva che sembra di vederlo; anzi, penso che purtroppo abbiamo sperimentato tutti questa scena: una notte insonne a causa di un grande dolore; una notte che non passa mai, un’alba che non arriva, una luce che non si vede. È la notte della malattia nostra o di una persona cara; è la notte del lutto, dell’apprensione, dell’ansia; è la notte di un dispiacere che non riusciamo a contenere ed è troppo grande per lasciarci dormire. La notte del dolore, purtroppo, fa parte dell’esperienza umana. Noi ci ribelliamo, noi giustamente ci lamentiamo, ma non possiamo eliminarla. Nemmeno Gesù ha eliminato la notte del dolore. Lui ha fatto qualcosa di diverso: l’ha attraversata, l’ha percorsa tutta, accendendo una luce. Il Vangelo di oggi presenta questa luce: di fronte alla malattia e alle sofferenze umane Gesù prende per mano. La suocera di Simone era malata e Gesù, dice l’evangelista Marco, “la fece alzare prendendola per mano”. Gesù non si mette a parlare, non le fa dei discorsi sulla sofferenza, non le fa la predica. Fa il gesto più umano che esista davanti a una persona che soffre: prenderla per mano, creare un contatto fisico, trasmetterle vicinanza. Ogni altro intervento verso chi soffre deve passare attraverso questo primo contatto, questa condivisione, questa mano. Gesù ha condiviso il nostro dolore, ci ha preso per mano, affrontando tutte le fatiche umane fino alla croce. Non è stato a guardare dall’alto, non si è limitato a far cadere dal cielo qualche pillola di saggezza: ci ha preso mano nella mano. Questa è la prima cosa da portare a casa oggi. Questo volto di Dio, questo Dio che non ci abbandona, né in vita né in morte. Cammina con noi, anche nel dolore. Dobbiamo credere veramente che Dio non ci abbandona quando ci sentiamo abbandonati. Questa è la sfida. Buona Domenica. don Luciano.