Sabato XVII Settimana del Tempo Ordinario

Geremia 26, 11-16.24  Salmo 68  Matteo 14,1-12

Quando Geremia finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, lo arrestarono dicendo: “Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”. Fintanto che si dicono cose belle, positive, ottimistiche, non ci sono problemi; quando, invece, si ricordano le esigenze più impegnative della vita cristiana, il consenso si abbassa terribilmente. Al tempo di Geremia c’erano i profeti di corte che profetizzavano sempre a favore della “pancia” del popolo, ottenendo un consenso spropositato; lo facevano, ovviamente, per interesse. Geremia era l’unico che rispondeva direttamente alle richieste del Signore Dio e, nel bene e nel male, riferiva le esigenze di Dio. Non è cambiato nulla: anche per noi è molto più bello ascoltare chi ci gratifica rispetto a chi ci rimprovera. Chi ci dice il contrario di quello che vogliamo sentire, anche se è la verità, lo spacciamo per intransigente e retrogrado. Dobbiamo accettare gli scossoni che ci vengono dalla Parola di Dio se vogliamo camminare nelle vie del bene. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera per Assunta Covino vedova Costi (Viale della Resistenza, 23) e Giovanna Centini vedova Del Bolgia (Dia Don Sturzo, 33) che si accingono a ritornare con fiducia al Padre.

Nel pomeriggio in Pieve, Antonio Cirillo e Sandra Basilichi celebrano il Sacramento del Matrimonio.