Venerdì III Settimana del Tempo Ordinario
Ebrei 10,32-39 – Salmo 36 – Marco 4,26-34

Tante volte mi sento dire, a fronte delle mie affermazioni di fede: “Ma tu sei un prete!”, come se il credere fosse legato ad un ministero particolare. La verità è che ci sono laici che affermano le stesse cose con il medesimo trasporto, se non anche maggiore. Che cosa aiuta a camminare nella luce? Che cosa permette a una persona di consolidare una intimità con il Signore? Mi sembra illuminate questo versetto del Vangelo di Marco: “Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa”. Dio parla a tutti gli uomini: la creazione è la manifestazione universale dell’amore e della sapienza di Dio. Gesù utilizza gli elementi della natura per annunciare il Vangelo. Le parabole sono espressione del vangelo della creazione attraverso le parole. Il fatto è che hanno bisogno di uno spirito di accoglienza per essere comprese. Tant’è che ai discepoli, ossia quelli che avevano scelto di stare con Gesù e di seguirlo, in privato svelava tutti i segreti dell’amore di Dio. Ricordate? Ai primi discepoli che gli avevano chiesto: “Maestro, dove dimori?”, Gesù risponde: “Venite e vedrete”. Andarono e quel giorno rimasero con Lui. È chiaro, allora, che la conoscenza di Dio non è questione di studio o di ruolo ma di relazione abituale con il Signore. Non riesci a capire il mistero di Dio? Stacci insieme! Frequentalo assiduamente! Via via le tenebre di diraderanno. Buona giornata. don Luciano.