Lunedì I Settimana di Avvento

Isaia 2,1-5  Salmo 121  Matteo 8,5-11

Di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”. Sono le parole piene di speranza che un centurione pagano rivolse a Gesù. Su quale base? Non essendo membro del popolo eletto, del popolo d’Israele, era ritenuto totalmente incapace di una vita di fede. In realtà, Gesù fa emergere come nonostante la sua estraneità alla storia della salvezza iniziata da Abramo, anche un pagano è capace di vita spirituale. Senza tanti giri di parole, il centurione riconosce a Gesù un potere sulle realtà della salvezza tanto quanto ce l’ha lui rispetto alla realtà dell’esercito. C’è una dichiarazione senza mezzi termini della propria finitezza e la disposizione a farsi aiutare. Essere capaci di riconoscersi poveri e incapaci in ordine alla vita piena è la condizione necessaria alla salvezza: potremmo dire che è la fede! Credere è essenzialmente sapere che Dio può tutto e tutto ciò che può lo fa. E ciò che può è la nostra salvezza che noi, purtroppo, troppe volte scambiamo con il nostro benessere. Ma è tutta un’altra cosa! Il tempo d’Avvento che abbiamo appena incominciato si configura come l’opportunità di gridare a Dio il nostro bisogno di Lui e credere nel suo intervento per realizzarlo e portarlo a compimento! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Preghiamo perché siano introdotte al banchetto del Cielo, Laura Ricci (Via Guttuso, 1), Emma Gasperini vedova Nencini (RSA Beato Angelico) e Ida Masi vedova Saracini (Vespignano, già Piazza Vittorio Veneto, 25).