Venerdì III Settimana di Pasqua

Atti 9,1-20  Salmo 116  Giovanni 6,52-59

Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”: la vogliamo capire o no? È ora di finirla che ci si definisca cristiani perché si è bravi, ci si comporta bene, si ha rispetto per gli altri, eccetera. A parte che chi dice di sé queste cose è il primo a non viverle ma essere discepoli di Gesù è mangiare e bere Lui! Abbiamo fatto della fede una caricatura del nostro super-io: essere i più bravi. La fede invece è la totale confidenza in Gesù, unico Maestro e Salvatore dell’uomo. È invocazione permanente della sua grazia. È consapevolezza della propria colpa e bisogno di misericordia. È considerazione della vita in funzione dell’ora dell’incontro con Lui. Avere la vita è avere Gesù: non è trascorrere qualche anno respirando e camminando per il mondo. Per rendere più digestibile il Vangelo, abbiamo accettato di ridurlo ad un semplice opuscolo di morale. È solo nell’amicizia con Gesù che c’è salvezza, non nel nostro fare delle buoni azioni. Gesù non è una religione, è una relazione! Quanto mi sta a cuore ricordare questa questione! Buona giornata, fratelli e sorelle. Don Luciano.