Giovedì III Settimana di Pasqua

Atti 8,26-40  Salmo 65  Giovanni 6,44-51

Ci salviamo o siamo salvati? Il porre la domanda giusta è necessario affinché il problema sia posto in maniera corretta: se “ci salviamo” significa che la responsabilità del nostro destino è tutta nelle nostre scelte; se “siamo salvati” significa che il protagonismo della nostra salvezza è di Dio. Se poniamo correttamente la questione e riconosciamo che la salvezza è donata e non conquistata – “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” -, tutti i dubbi riguardanti il destino dei non credenti e dei seguaci di altre religioni non hanno più diritto di esistere: la salvezza è chiaramente opera di Dio! Il riconoscere da subito la centralità di Gesù nell’ordine della salvezza è una grazia particolare perché ci permette di non rimandare ad oltranza il giorno della salvezza ma di sperimentarlo ora, da subito. Il credere, quindi, non è la condizione per essere salvati, ma l’accoglienza immediata dell’opera salvifica di Gesù. E’ qui che si vedono i cristiani: se vivono nella pace e nella serenità oppure si agitano e si preoccupano di salvarsi la pelle… Buona giornata, fratelli e sorelle. Don Luciano.