Venerdì XXV Settimana del Tempo Ordinario

Aggeo 1,15b-2,9  Salmo 42  Luca 9,18-22

L’evangelista Luca, più volte, descrive Gesù immerso in preghiera: “Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare”. Solitamente si tratta di un posto appartato, nella solitudine. Questo aspetto ci deve aiutare a riflettere un po’. Come è la preghiera cristiana? Se noi guardiamo alla tradizione non possiamo non riconoscere che rispecchia molto quella fatta di molte parole che Gesù contesta. Se ci pensate, appena si dice ad un giovane: “andiamo a pregare”, subito ci sentiamo dire di no perché si immagina una serie di giaculatorie senza il minimo spazio per l’intimità. La preghiera che Gesù mostra di incarnare è generalmente fatta di molto silenzio e di raccoglimento. Forse è bene che recuperiamo in maniera più attenta questo stile. La Messa è certamente preghiera ma nella sua dimensione liturgica, ossia di comunione tra fratelli che mettono insieme la propria preghiera e la offrono al Padre; ciò significa che senza una preghiera personale è facile che la Messa diventi vuota e arida. Oserei dire che oggi chi si professa cristiano praticante pecchi più latitando nella preghiera personale che nella preghiera liturgica. Come sempre, non bisogna metterle in competizione: l’una e l’altra ci devono essere, in eguale quantità. Mancando una delle due, la preghiera rimane zoppa. Pensiamoci! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Oggi pomeriggio in Pieve Valentina Curcio riceve il Santo Battesimo.

Al Santuario alle ore 18.00 don Pasquale Poggiali presiede l’Eucaristia nel 40° anniversario dell’Associazione Solidarietà Missionaria.