Malachia 3,1-4.23-24  Salmo 24  Luca 1,57-66

“All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio”. Povero Zaccaria, lento a capire e a riconoscere le parole dell’Angelo, eppure così umano, tanto simile a noi, sempre dubbiosi. Come poteva arrendersi con fiducia ad una promessa che aveva tutti i crismi per essere smentita dalla cruda realtà dei fatti? Per la sua fede fiacca rimase muto, incapace di raccontare quanto Dio gli aveva promesso. Senza fede non si può dire nulla di più dell’evidenza. Senza fede si perdono tutte le dimensioni più sorprendenti della vita. Non so se la mutezza di Zaccaria sia da considerare la scomparsa materiale della voce: io credo, più verosimilmente, l’incapacità di dire parole di senso, di verità, di speranza. Un po’ come tanti uomini di oggi e di ieri, incapaci di spiegare ai loro figli l’amore di Dio, la vita eterna, la fraternità, il perdono… A Zaccaria, non appena si è aperto il cuore ed ha accolto la novità sorprendente di Dio, si è sciolta la lingua. Tutto ha ripreso senso, colore, bellezza, verità! Viene Gesù, il Verbo di Dio, Parola nuova e viva: se lo accogliamo i nostri pensieri bui si illumineranno e parleremo parole nuove e annunceremo annunci belli e canteremo canzoni felici. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Un requiem per Simonetta Nencini in Rizzo (Via Beato Angelico, 10).