Lunedì XXI Settimana del Tempo Ordinario

1Tessalonicesi 1,1-5.8b-10  Salmo 149  Matteo 23,13-22

A volte mi capita di perdermi dentro l’infinito. Sento tutta la finitezza della mia vita: che cosa sono rispetto alla grandezza del mondo, all’immensità dello spazio, all’eternità del tempo? Un granello di polvere! Eppure, per me Gesù, il Figlio di Dio, ha dato la vita: perché sono degno di così grande dono? Non si può andare oltre con superficialità: se Dio ha investito il Figlio per me, significa che ai suoi occhi la mia vita è preziosa. Ha un senso la mia vita, non posso andare avanti a spizzichi e bocconi: devo dare il massimo! Non sarò chiamato a lasciare un traccia indelebile ma la mia parte la posso fare solo io, nessun altro al mio posto. Certo, è doveroso riconoscere che io non sono solo: con me c’è lo Spirito che fa: io la mia parte e Lui la sua. San Paolo esprime chiaramente questo concetto nelle seguenti parole: “Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo”. Paolo ricorda che tutto ciò che facciamo è sorretto e accompagnato dallo Spirito. Mai dimenticare che la nostra santità o è collaborazione con la Grazia di Dio o, semplicemente, non c’è! Buona giornata. don Luciano.