Venerdì V Settimana di Quaresima

Geremia 20,10-13  Salmo 17  Giovanni 10,31-42

“Anche se non credete a me, credete alle opere”. Gesù, benché affermi apertamente di essere Dio, non è per nulla pieno di sé. Se qualcuno gli crede, è contento non per la propria gloria ma perché gli è aperto il mistero del Padre. L’adesione alla fede non è per Gesù un successo personale ma un’occasione per gioire perché un fratello può sperimentare l’amore misericordioso del Padre. Per questo motivo a Gesù non importa avere un riconoscimento personale: ciò che gli importa è che la sua opera sveli il mistero affascinante di Dio. Mi sembra davvero illuminante questo approccio: credo possa servire anche a noi per rivedere i nostri criteri di evangelizzazione. Se ci pensate, il calcolo della nostra riuscita nella testimonianza la misuriamo in base al numero delle adesioni alle nostre attività; non è così che dobbiamo pensare. Quando annunciamo il Vangelo dobbiamo essere certi che, a prescindere dalla nostra sensazione immediata, il Signore lavori nel cuore delle persone. I percorsi possono essere lunghissimi. Forse noi non vedremo nessun effetto della nostra opera ma non sappiamo cosa avvenga nel cuore delle persone. Io sono convinto che ci siano moltissimi credenti che, semplicemente, non hanno il coraggio di fare una scelta di appartenenza ma che nel profondo riconoscono la bellezza del Vangelo. Guardiamo oltre la nostra percezione … Buona giornata. don Luciano.