Martedì XVI Settimana del Tempo Ordinario

Michea 7,14-15.18-20  Salmo 84  Matteo 12,46-50

Una cosa del Cristianesimo tutti dovrebbero riconoscerla e farla propria: la dinamica morte-risurrezione. Cioè il fatto che niente si debba ritenere morto, chiuso, concluso, una volta per sempre ma tutto sia risolvibile, mutabile, evolvibile. Mi fa impressione quando sento di coppie che a partire da un disaccordo buttano all’aria decenni di vita assieme; così come amici di vecchia data che in forza di uno sgarbo o di un contrasto non si parlano più. Passato un periodo di morte è necessario mettere sempre in conto un tempo di risurrezione. Non si può dare al male una vittoria così schiacciante sul bene. Il positivo deve sempre poter emergere. Così ci ha insegnato Gesù. Ma così era già nelle corde della rivelazione ebraica: “Quale dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità? Egli non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe”. In questo Dio io credo, in Lui ho posto il mio compiacimento. Questo Dio è entrato nel mio cuore: di Lui voglio essere figlio. A Lui voglio assomigliare. Desidero che tutto sempre possa risorgere. A tutti i costi… Buona giornata. don Luciano.

P.S. Preghiamo per Franca Senzani in Calamini (Via Monsignor Vigiani, 5) chiamata al passo oltre la vita.