Mercoledì XX Settimana del Tempo Ordinario

Giudici 9,6-15  Salmo 20  Matteo 20,1-16

“Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna“. Si parla di lavoratori. Mi piace questa idea: la vita di fede non è cosa per pigri e fannulloni ma per gente che accetta di mettersi al lavoro. Non si è credenti per inerzia ma per adesione attiva ad una proposta. Dio chiama a lavorare per la sua vigna: il credente riconosce che il mondo è il campo della sua attività ma della sua opera deve rispondere a Dio. Da credenti non si è liberi professionisti o imprenditori autonomi ma si è alle dipendenze del Signore. Lui non manca di rendere il giusto all’attività di ognuno. Non c’è uno stipendio fisso, ma ad ognuno è riconosciuto secondo le sue capacità e il suo impegno, secondo un criterio rigoroso di giustizia. Guai a noi se facciamo calcoli guardando agli altri: non ci deve interessare il lavoro degli altri. Ognuno ha il suo contratto. Noi conosciamo bene il nostro e di quello solamente dobbiamo rendere conto. Se non siamo alle dipendenze di Gesù saremo schiavi di qualcun altro; triboleremo ugualmente ma senza portare a termine nulla di veramente significativo. Ognuno verifichi se stesso rispetto a chi sta rendendo conto della propria vita. Buona giornata. don Luciano.