Giovedì XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

Santa Elisabetta di Ungheria, Religiosa

Apocalisse 5,1-10  Salmo 149  Luca 19,41-44

“Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa”. Si piange quando si vive intensamente la vita. Le lacrime sono testimonianza di passione, di coinvolgimento, di amore. Gesù sta andando incontro alla sua morte ma non piange per sé, piange per gli uomini di Gerusalemme! Per Gesù, prima di sé, vengono sempre gli altri! Nelle lacrime di Gesù ci siamo anche noi, chissà quante volte! Ci commuovono le lacrime di Gesù o ci lasciano indifferenti? A me è capitato di vedere piangere mio babbo una volta sola nella mia vita e vi assicuro che, nonostante siano passati più di quarant’anni, ne porto dentro ancora l’amaro ricordo. Il suo pianto mi aveva fatto pensare molto. Le lacrime di chi si ama hanno un peso del tutto particolare: entrano nell’intimo e interrogano, suscitando passi verso la conversione. Gesù piange per noi perché vede come siamo indifferenti e non riusciamo a cogliere tutto lo spessore del suo bene. La nostra incapacità a cogliere la distanza dalla verità e dalla bellezza è segno che siamo in totale balia del menzognero che si ha reso indifferenti all’amore sproporzionato di Dio nei nostri confronti. Lasciamoci coinvolgere emotivamente dal pianto di Gesù… è per noi! Non è un film! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Affidiamo alla misericordia divina, Fabrizio Bargagni (Piazza Curtatone e Montanara, 20) e Adele Miniati vedova Innocenti (Via Barducci, 2).