Lunedì III Settimana di Quaresima

2Re 5,1-15a  Salmo 41;42  Luca 4,24-30

“Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damàsco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele?”. Nel leggere questo versetto, immagino, vi sarete chiesti che senso ha. È una considerazione di Naaman il Siro, malato di lebbra, in ordine alla richiesta del profeta Eliseo di andare a bagnarsi sette volte nel fiume Giordano: per Naaman l’acqua è acqua! Che senso ha andare fino in Israele per un po’ d’acqua? Ragionamento ineccepibile, umanamente incontestabile. Ma è come dire ad un innamorato: ricevere un bacio della tua amata o dalla prima donna che passa è uguale, sempre bacio è! È vero che l’acqua chimicamente è la stessa cosa ma il fatto che scorra nella “terra sposata” con il Signore della storia la fa essere qualitativamente diversa. Non è tanto l’acqua che purifica e salva ma Colui che è all’origine di quell’acqua e la santifica. La stessa cosa vale per tutti i Sacramenti che celebriamo: il pane e il vino, l’olio, l’acqua, sono elementi della natura ma una volta irrorati dallo Spirito hanno una potenza salvifica inimmaginabile. E non è suggestione, è realtà! Da che cosa lo si capisce? Dagli effetti che genera. Naaman alla fine va a bagnarsi ed è sanato dalla lebbra! Possiamo testimoniare anche noi, come lui, la stessa cosa dei Sacramenti a cui ci accostiamo? Buona giornata. don Luciano.