Venerdì XXXII Settimana del Tempo Ordinario

San Giosafat, Vescovo e Martire

Sapienza 13,1-9  Salmo 18  Luca 17,26-37

Il grande Aristotele sosteneva che a fondamento del processo di conoscenza stava il “thaumazein”, cioè lo stupirsi, il meravigliarsi. Era evidente al filosofo che la realtà era talmente stupefacente che non poteva non spingere l’uomo alla ricerca di chi ne fosse all’origine! A partire dalla creazione, quindi, arrivare al Creatore. Il libro della Sapienza ribadisce, spiegandolo in maniera negativa, lo stesso concetto: “Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice”. Mi sembra davvero una considerazione che coglie nel segno una verità sacrosanta: ci si allontana da Dio nel momento in cui non ci si sa stupire più di nulla. Talmente attratti dalle nostre “creazioni tecnologiche” abbiamo imparato a venerare l’estro dell’uomo e, di conseguenza, abbiamo disimparato a lodare il Signore del creato. È un pericoloso cambio del fondamento della storia. Buona giornata. don Luciano.