Venerdì XXVI Settimana del Tempo Ordinario

Santa Teresa di Gesù Bambino, Vergine

Baruc 1,15-22  Salmo 78  Luca 10,13-16

Ascolto spesso gente arrabbiata con la vita; ognuno avverte le proprie disavventure come le più ingiuste e le più gravi; sembra che i problemi, le malattie e la morte possano toccare gli altri e mai noi. Anche i credenti dicono: “Nonostante la fedeltà nella preghiera e nella pratica, i malanni non si calcolano! Che valore ha la fede, allora?”. Lasciamoci provocare da queste parole: “Se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, si sarebbero convertite”. Proviamo a pensare: ma quanto bene abbiamo ricevuto nella vita? Quante occasioni ci sono capitate nelle quali abbiamo goduto della benedizione di Dio? Sembra che per tutto ciò che di buono ci è capitato non ci sia memoria, che il bene sia semplicemente scontato. Occorre imparare ad osservare con più attenzione quanto di bene e di buono accade nei nostri giorni: non c’è giorno “normale” nel quale non dover esprimere gratitudine per tutto quello che si è ricevuto. La vita è forse scontata? Il respiro è scontato? Il camminare, il parlare, il sentire, il mangiare, il dormire, sono scontati? Non dovremmo forse considerare che sono di più i giorni belli che i giorni difficili? Ad ognuno l’ardua sentenza. Buona giornata. don Luciano.