Sabato XII Settimana del Tempo Ordinario

Genesi 18,1-15  Salmo Luca 1,46-55  Matteo 8,5-17

“In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”. Di chi parla così Gesù? Di un centurione romano, pagano quindi, non ebreo certamente. Qui si capisce la rivoluzione che Gesù porta nella concezione della fede: non una identità, non una appartenenza, non una tradizione, ma un atteggiamento del cuore. Gesù sembra dire: c’è fede vera in chi magari non ne porta segni evidenti ma dal quale trasudano parole, atteggiamenti, aperture, manifestazioni chiare di una interiorità illuminata. A volte, mi sembra di vedere da parte di cristiani una paura esagerata di perdere alcuni tratti caratteristici del nostro credere: vorremmo a tutti i costi che pratiche, usi, tradizioni, non subissero variazioni, come se la fede consistesse in queste cose. Non è così. La fede ha suggerito bellezze e valori di cui farsi garanti e la storia, in ogni singolo momento, ha cristallizzato tali convinzioni in forme precise. Ma attenzione, le forme non sono la fede ma solo la modalità pratica ritenuta in quello specifico momento come ideale alla testimonianza della fede. Pertanto, le forme possono e devono cambiare, l’importante è che sia sempre la fede ad animarne lo sviluppo. Capita che siano proprio i lontani ad avere le intuizioni più illuminate. Guardiamo fuori dal nostro piccolo giardino. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Un requiem per Piero Brunelli (RSA Beato Angelico, già Via Giovanni Della Casa).