Mercoledì Prima Settimana di Avvento

Isaia 25,6-10a  Salmo 22  Matteo 15,29-37

Quando leggiamo il Vangelo dobbiamo sempre cercare di immaginare la scena descritta, immedesimandoci e prendendo parte alla dinamica del racconto. Bene: nel brano di oggi si vede Gesù con attorno ciechi, sordi, zoppi e malati di ogni genere, indaffarato a prendersi cura di loro e guarirli. I discepoli stanno a guardare, immobili. Non so se per inedia o per indifferenza. Gesù li chiama a sé e confida la sua compassione per la folla bisognosa. I discepoli rimangono impassibili, anzi cercano la maniera per non assumersi delle responsabilità. È proprio così: siamo noi! Così occupati a saziare la nostra fame rimaniamo totalmente indifferenti ai bisogni degli altri. Gesù non attende che ci convertiamo e prendiamo atto per conto nostro dei bisogni dei fratelli: ci obbliga a misurare le nostre capacità e i nostri talenti e a metterli a sua disposizione. È Lui che fa tutto: i discepoli fungono da semplici “camerieri” della Grazia. Occorre superare la nostra autoreferenzialità. Trovo che il nostro grande peccato consiste nella dedizione meticolosa alla nostra causa, completamente dimentichi dei fratelli. Se Gesù non aprisse gli occhi ai discepoli invitandoli ad accorgersi degli altri non cambierebbe nulla. Lasciamoci inquietare da Gesù e prendiamoci cura di chi grida la propria malattia: è una folla immensa! Buona giornata. don Luciano.