SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI
Lunedì 30 Giugno
Figliano: inizia il Camposcuola per i Ragazzi di II Media.
Centro Giovanile: inizia il GRIM Estivo.
Martedì 1 Luglio
Cappella della Misericordia: ore 21.00, Santa Messa per i Fratelli e le Sorelle, Viventi e Defunti, della Confraternita.
Venerdì 4 Luglio
Centro Giovanile: ore 20.00, a sostegno del progetto Caritas “Quattroruote per aiutare”, “Cena sotto le stelle” curata dallo chef prof. Michele Occhibove.
È necessaria la prenotazione al tel. 3273143311 nelle fasce orarie 10-12 e 17-19.
Sabato 5 Luglio
Olmi: ore 15.30, Pietro Bolognesi e Francesca Bagni celebrano il Sacramento del Matrimonio.
Pieve: ore 15.30, Alessandro Turrisi e Sara Secori celebrano il Sacramento del Matrimonio e chiedono il Battesimo per la loro figlia Ginevra.
Santuario: ore 17.00, Ostensione del Santissimo Crocifisso.
Domenica 6 Luglio
Santuario: al termine della Santa Messa delle 10.30, “Velatio” del Santissimo Crocifisso.
Pieve: ore 16.00, Leda Balsamo e Edoardo Baccetti ricevono il Sacramento del Battesimo.
QUATTRO RUOTE PER AIUTARE
La Caritas parrocchiale di Borgo unitamente alla Fondazione “Il cuore si scioglie” ha organizzato una raccolta fondi finalizzata all’acquisto di un automezzo furgonato usato. Chi ci vuole aiutare può donare a propria scelta
- collegandosi al link https://www.eppela.com/quattroruote
- oppure tramite bonifico bancario al conto corrente dedicato – IT 39 U083 2537 7510 0000 0041 360 – intestato a Parrocchia SAN LORENZO A BORGO SAN LORENZO causale: crowdfunding “Quattroruote per aiutare” su Eppela.
Donate ciò che potete vi ringrazieremo e ricordiamoci che INSIEME SI PUÒ. GRAZIE
È in programma per il 14 Ottobre 2025 un PELLEGRINAGGIO GIUBILARE ALLA BASILICA DI SAN PIETRO A ROMA
Prenotazioni da Martedì 02/09/2025 presso l’Associazione Non Solo Giovani all’interno del Centro Giovanile – Corso Matteotti 216. orario: Martedì dalle 10:00 alle 12:00; Venerdì dalle 17:00 alle 19:00.
Catechesi del Papa – Giubileo 2025 Gesù Cristo nostra speranza.
II. La vita di Gesù. Le guarigioni.
11. La donna emorroissa e la figlia di Giairo. «Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36)
Anche oggi meditiamo sulle guarigioni di Gesù come segno di speranza. In Lui c’è una forza che anche noi possiamo sperimentare quando entriamo in relazione con la sua Persona.
Una malattia molto diffusa nel nostro tempo è la fatica di vivere: la realtà ci sembra troppo complessa, pesante, difficile da affrontare. E allora ci spegniamo, ci addormentiamo, nell’illusione che al risveglio le cose saranno diverse. Ma la realtà va affrontata, e insieme con Gesù possiamo farlo bene. A volte poi ci sentiamo bloccati dal giudizio di coloro che pretendono di mettere etichette sugli altri.
Mi sembra che queste situazioni possano trovare riscontro in un passo del Vangelo di Marco, dove si intrecciano due storie: quella di una ragazza di dodici anni, che è a letto malata e sta per morire; e quella di una donna, che, proprio da dodici anni, ha perdite di sangue e cerca Gesù per poter guarire (cfr Mc 5,21-43).
Tra queste due figure femminili, l’Evangelista colloca il personaggio del padre della ragazza: egli non rimane in casa a lamentarsi per la malattia della figlia, ma esce e chiede aiuto. Benché sia il capo della sinagoga, non avanza pretese in ragione della sua posizione sociale. Quando c’è da attendere non perde la pazienza e aspetta. E quando vengono a dirgli che sua figlia è morta ed è inutile disturbare il Maestro, lui continua ad avere fede e a sperare.
Il colloquio di questo padre con Gesù è interrotto dalla donna emorroissa, che riesce ad avvicinarsi a Gesù e a toccare il suo mantello (v. 27). Questa donna con grande coraggio ha preso la decisione che cambia la sua vita: tutti continuavano a dirle di rimanere a distanza, di non farsi vedere. L’avevano condannata a rimanere nascosta e isolata. A volte anche noi possiamo essere vittime del giudizio degli altri, che pretendono di metterci addosso un abito che non è il nostro. E allora stiamo male e non riusciamo a venirne fuori.
Quella donna imbocca la via della salvezza quando germoglia in lei la fede che Gesù può guarirla: allora trova la forza di uscire e di andare a cercarlo. Vuole arrivare a toccare almeno la sua veste.
Intorno a Gesù c’era tanta folla, e dunque tante persone lo toccavano, eppure a loro non succede niente. Quando invece questa donna tocca Gesù, viene guarita. Dove sta la differenza? Commentando questo punto del testo, Sant’Agostino dice – a nome di Gesù –: «La folla mi si accalca intorno, ma la fede mi tocca» (Discorso 243, 2, 2). È così: ogni volta che facciamo un atto di fede indirizzato a Gesù, si stabilisce un contatto con Lui e immediatamente esce da Lui la sua grazia. A volte noi non ce ne accorgiamo, ma in modo segreto e reale la grazia ci raggiunge e da dentro pian piano trasforma la vita.
Forse anche oggi tante persone si accostano a Gesù in modo superficiale, senza credere veramente nella sua potenza. Calpestiamo la superficie delle nostre chiese, ma forse il cuore è altrove! Questa donna, silenziosa e anonima, vince le sue paure, toccando il cuore di Gesù con le sue mani considerate impure a causa della malattia. Ed ecco che subito si sente guarita. Gesù le dice: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace» (Mc 5,34).
Nel frattempo, portano a quel padre la notizia che sua figlia è morta. Gesù gli dice: «Non temere, soltanto abbi fede!» (v. 36). Poi va a casa sua e, vedendo che tutti piangono e gridano, dice: «La bambina non è morta, ma dorme» (v. 39). Quindi entra nella camera dove giaceva la bambina, la prende per mano e le dice : «Talità kum», “Fanciulla, alzati!”. La ragazza si alza in piedi e si mette a camminare (cfr vv. 41-42). Quel gesto di Gesù ci mostra che Lui non solo guarisce da ogni malattia, ma risveglia anche dalla morte. Per Dio, che è Vita eterna, la morte del corpo è come un sonno. La morte vera è quella dell’anima: di questa dobbiamo avere paura!
Un ultimo particolare: Gesù, dopo aver risuscitato la bambina, dice ai genitori di darle da mangiare (cfr v. 43). Ecco un altro segno molto concreto della vicinanza di Gesù alla nostra umanità. Ma possiamo intenderlo anche in senso più profondo e domandarci: quando i nostri ragazzi sono in crisi e hanno bisogno di un nutrimento spirituale, sappiamo darglielo? E come possiamo se noi stessi non ci nutriamo del Vangelo?
Cari fratelli e sorelle, nella vita ci sono momenti di delusione e di scoraggiamento, e c’è anche l’esperienza della morte. Impariamo da quella donna, da quel padre: andiamo da Gesù: Lui può guarirci, può farci rinascere. Gesù è la nostra speranza!