Domenica 9 Giugno

Pieve: alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo Mario Pirani (Viale della Resistenza, 36), Marina Cecchi vedova Dreoni (Viale Pecori Giraldi, 27), Marta Papini vedova Fasano (Via Faentina 13/A – Panicaglia), Adriano Zuri (Via Caduti di Montelungo, 18), Anna Maria “Lina” Casamenti vedova Scarpi (Via Lapi, 35), Carlo Zagli (Viale Giovanni XXIII, 19).

Olmi: ore 16.00, Caterina Nespoli riceve il Battesimo.

Martedì 11 Giugno

Centro Giovanile: ore 21.00, “Il dialogo tra le religioni: quali motivazioni per un credente?” – Alfredo Jacopozzi – Direttore del Centro Diocesano per il dialogo interreligioso.

Mercoledì 12 Giugno

Olmi: ore 15.30, Incontro Sinodale.

Centro Giovanile: ore 16.30, PAROLA DI VITA, a cura dei Focolarini.

Sabato 15 Giugno

Sant’Omobono: ore 16.00, Presentazione del Libro Interpretazione artistica, Le Chiese del nostro Territorio, Mugello, alto Mugello e Val di Sieve. A cura dell’Associazione dalle Terre di Giotto e dell’Angelico.

Pieve: ore 16.00, Iris Maggiorelli riceve il Battesimo.

Domenica 16 Giugno

San Giovanni: ore 16.00, Duccio Giovannini riceve il Battesimo.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore: ore 17.00, Santa Messa celebrata dal Cardinale Giuseppe Betori a conclusione del suo Ministero Episcopale nell’Arcidiocesi di Firenze.

LE RELIGIONI IN DIALOGO: PER UN FUTURO DI PACE

Martedì 11 Giugno: Centro Giovanile: ore 21.00, “Il dialogo tra le religioni: quali motivazioni per un credente?” – Alfredo Jacopozzi – Direttore del Centro Diocesano per il dialogo interreligioso.

Martedì 18 Giugno: Centro Giovanile: ore 21.00, “Scontro di civiltà o dialogo tra culture e religioni?” – Marco Bontempi – Università di Firenze.

Mercoledì 26 Giugno: Centro Giovanile: ore 21.00, “Cristiani ed ebrei in dialogo: a che punto siamo?” – Giulio Conticelli – Amicizia ebraico-cristiana di Firenze.

Martedì 2 Luglio: Centro Giovanile: ore 21.00, “Cristiani e musulmani: una nuova stagione per dialogo?” – Hamdan al Zeqri – Responsabile del dialogo interreligioso per la Comunità islamica di Firenze.

Catechesi del Papa. La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente.

27. L’annuncio è per tutti

Dopo aver visto, la scorsa volta, che l’annuncio cristiano è gioia, soffermiamoci oggi su un secondo aspetto: è per tutti, l’annuncio cristiano è gioia per tutti. Quando incontriamo veramente il Signore Gesù, lo stupore di questo incontro pervade la nostra vita e chiede di essere portato al di là di noi. Questo Egli desidera, che il suo Vangelo sia per tutti. In esso, infatti, c’è una “potenza umanizzatrice”, un compimento di vita che è destinata ad ogni uomo e ogni donna, perché per tutti Cristo è nato, è morto, è risorto. Per tutti: nessuno escluso.

In Evangelii gaudium si legge: «Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma “per attrazione”» (n. 14). Fratelli, sorelle, sentiamoci al servizio della destinazione universale del Vangelo, è per tutti; e distinguiamoci per la capacità di uscire da noi stessi – un annuncio per essere vero annuncio deve uscire dall’egoismo proprio – e avere anche la capacità di superare ogni confine. I cristiani si ritrovano sul sagrato più che in sacrestia, e vanno «per le piazze e per le vie della città» (Lc 14,21). Devono essere aperti ed espansivi, i cristiani devono essere “estroversi”, e questo loro carattere viene da Gesù, che ha fatto della sua presenza nel mondo un cammino continuo, finalizzato a raggiungere tutti, persino imparando da certi suoi incontri.

In questo senso, il Vangelo riporta il sorprendente incontro di Gesù con una donna straniera, una cananea che lo supplica di guarire la figlia malata (cfr Mt 15,21-28). Gesù rifiuta, dicendo di essere stato mandato solo «alle pecore perdute della casa di Israele» e che «non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (vv. 24.26). Ma la donna, con l’insistenza tipica dei semplici, replica che anche «i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni» (v. 27). Gesù rimane colpito e le dice: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri» (v. 28). Questo incontro con questa donna ha qualcosa di unico. Non solo qualcuno fa cambiare idea a Gesù, e si tratta di una donna, straniera e pagana; ma il Signore stesso trova conferma al fatto che la sua predicazione non debba limitarsi al popolo a cui appartiene, ma aprirsi a tutti.

La Bibbia ci mostra che quando Dio chiama una persona e stringe un patto con alcuni il criterio è sempre questo: elegge qualcuno per raggiungere altri, questo è il criterio di Dio, della chiamata di Dio. Tutti gli amici del Signore hanno sperimentato la bellezza ma anche la responsabilità e il peso di essere “scelti” da Lui. E tutti Hanno provato lo scoraggiamento di fronte alle proprie debolezze o la perdita delle loro sicurezze. Ma la tentazione forse più grande è quella di considerare la chiamata ricevuta come un privilegio, per favore no, la chiamata non è un privilegio, mai. Noi non possiamo dire che siamo privilegiati in confronto agli altri, no. La chiamata è per un servizio. E Dio sceglie uno per amare tutti, per arrivare a tutti.

Anche per prevenire la tentazione di identificare il Cristianesimo con una cultura, con un’etnia, con un sistema. Così, però, perde la sua natura veramente cattolica, ossia pertutti, universale: non è un gruppetto di eletti di prima classe. Non dimentichiamo: Dio sceglie qualcuno per amare tutti. Questo orizzonte di universalità. Il Vangelo non è solo per me, è per tutti, non lo dimentichiamo.