III DOMENICA DI PASQUA

Domenica 3 Maggio

Pieve: alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo Daniela Lanconelli in Capocasa (Viale delle Resistenza, 29), Sergio Ricardi Pereira (Via Mazzini, 3) e Maurizio Timori (Via Landi, 3).

Pieve: alla Santa Messa delle 10.00 partecipano i Bambini di Terza Primaria del Catechismo che poi si trattengono per il loro incontro.

Santuario: al termine della Santa Messa delle 10.30, “Velatio” del Santissimo Crocifisso.

Pieve: ore 16.00, Amelia Dreoni e Salvatore Testa ricevono il Battesimo.

San Giovanni Maggiore: ore 16.00, Chloé Marie Romagnoli, Filippo Iandelli e Cesare Trentacoste ricevono il Battesimo.

Lunedì 5 Maggio

Sagginale, Via di Corolla: ore 21.00, Santo Rosario.

Martedì 6 Maggio

Cappella della Misericordia: ore 21.00, Santa Messa per i Fratelli e le Sorelle, Viventi e Defunti, della Confraternita.

Giovedì 8 Maggio

Santuario: ore 11.30, Santo Rosario e ore 12.00, Supplica alla Madonna del Rosario.

Sede della Misericordia: ore 18.00, Incontro di Catechesi Biblica.

Olmi: ore 21.00, Santo Rosario.

Venerdì 9 Maggio

Pieve: ore 19.00, Riunione del Consiglio dell’Unità Pastorale.

Sabato 10 Maggio

Figliano: dalle 9.30 alle 17.00, Ritiro per i Bambini di IV Primaria del Catechismo che ricevono la Prima Comunione la prossima Domenica.

Domenica 11 Maggio

Pieve: ore 16.00, Prima Comunione per  Paladini Viola,  Bucelli Anna, Margheri Giorgia, Ulici Francesca, Villone Giuseppe, Giovannini Aurora, Sukullari Stiven – che riceve anche il Battesimo, Misuri Olga, Bravetti Marta, Chathely Devassy Kutty Giovanni, Ceni Elia, Verdi Lapo, Nardini  Dylan, Righini Diana, Giusi Greta, Valenti Bianca, Parigi Sofia, Fiesoli Emma, Grifoni Noemi, Jerevija Daniele, Baldini Diego, Pampaloni Thomas, Maiani Simoncelli Flavio, Patellaro Federico, Piovanelli Enea, Vallo Emma, Borselli Enrico, Falaschi Victoria Maria, Kledjola Kela, Felitti Lorenzo

Chiesa di San Francesco: ore 18.00, Concerto: Dalla Finlandia con Amore.

Maria, donna di servizio

Quell’appellativo, Maria se l’è scelto da sola. Per ben due volte, infatti, nel vangelo di Luca, lei si autodefinisce serva. La prima volta, quando, rispondendo all’angelo, gli offre il suo biglietto da visita: «Eccomi, sono la serva del Signore». La seconda, quando nel Magnificat afferma che Dio «ha guardato l’umiltà della sua serva»…

Eppure, quell’appellativo, così autoreferenziato, non trova posto nelle litanie lauretane! Forse perché, anche nella Chiesa, nonostante il gran parlare che se ne fa, l’idea del servizio evoca spettri di soggezione, allude a declassamenti di dignità, e sottintende cali di rango, che sembrano incompatibili col prestigio della Madre di Dio. La qual cosa fa sospettare che perfino la diaconia della Vergine sia rimasta un concetto ornamentale che intride i nostri sospiri, e non un principio operativo che innerva la nostra esistenza.


Santa Maria, serva del Signore, che ti sei consegnata anima e corpo a lui e hai fatto l’ingresso nel suo casato come collaboratrice familiare della sua opera di salvezza, donna veramente alla pari, che la grazia ha introdotto nell’intimità trinitaria e ha reso scrigno delle confidenze divine, domestica del regno, che hai interpretato il servizio non come riduzione di libertà, ma come appartenenza irreversibile alla stirpe di Dio, noi ti chiediamo di ammetterei alla scuola di quel diaconato permanente di cui ci sei stata impareggiabile maestra.
Al contrario di te, facciamo fatica a metterci alle dipendenze di Dio, e stentiamo a capire che solo la resa incondizionata alla sua sovranità ci può fornire l’alfabeto primordiale per la lettura di ogni altro umano servizio. L’affido nelle mani del Signore ci sembra un gioco d’azzardo. La sottomissione a lui, invece che collocarla in un quadro di alleanza bilaterale, la sentiamo come una variabile della schiavitù. Siamo gelosi, insomma, della nostra autonomia. E l’affermazione solenne che «servire Dio significa regnare» non ci persuade più di tanto.

Santa Maria, serva della Parola, serva a tal punto che, oltre ad ascoltarla e custodirla, l’hai accolta incarnata nel Cristo, aiutaci a mettere Gesù al centro della nostra vita. Fa’ che ne sperimentiamo le suggestioni segrete. Dacci una mano perché sappiamo essergli fedeli fino in fondo. Donaci la beatitudine di quei servi, che egli, tornando nel cuore della notte, troverà ancora svegli, e che, dopo essersi cinte le vesti, lui stesso farà mettere a tavola e passerà a servire.

Fa’ che il vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla tentazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici capaci di obbedienze gaudiose. E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missionario dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra.

Santa Maria, serva del mondo, che subito dopo esserti dichiarata ancella di Dio sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di Giuda, simbolo di quel mondo di fronte al quale la Chiesa è chiamata a cingersi il grembiule. Restituisci cadenze di gratuità al nostro servizio così spesso contaminato dalle scorie dell’asservimento. E fa’ che le ombre del potere non si allunghino mai sui nostri offertori.

Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo. Rendici consapevoli che, sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde il Re. Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza.

Gli occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea.

(don Tonino Bello).