Domenica 3 Novembre

Pieve: Pieve: alla Santa Messa delle 10.00 partecipano i Bambini di Terza Primaria del Catechismo che poi si fermano per il loro incontro.

Santuario: al termine della Santa Messa delle 10.30, “Velatio” del SS. Crocifisso.

San Giovanni Maggiore: ore 15.00 Santa Messa in Pieve e Benedizione del Cimitero. N.B. Non viene celebrata la Santa Messa delle 9.30.

Pieve: ore 16.00, Rachele Tani riceve il Battesimo.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore: ore 18.00, Concelebrazione Eucaristica. Mons. Peter Rajic, Nunzio Apostolico per l’Italia, impone IL PALLIO all’Arcivescovo di Firenze, Mons. Gherardo Gambelli.

Martedì 5 Novembre

Centro Giovanile: ore 19.30, Incontro per i Giovanissimi del post Cresima 2011.

Cappella della Misericordia: ore 21.00, Santa Messa.

Giovedì 7 Novembre

Famiglia Borelli, Piazza Dante, 42: ore 21.00, Incontro di Catechesi Biblica.

Famiglia Macina, Via Calamandrei, 7: ore 21.00, Incontro di Catechesi Biblica.

Sabato 9 Novembre

San Felice a Ema: dalle 15.00, Incontro di Formazione per Catechisti sul metodo Biblico-Simbolico.

Sant’Omobono: ore 17.30, Conversazione a cura di Fabio Lombardo: la musica sacra del Rinascimento.

Pieve: ore 21.00, O ADMIRABILE COMMERCIUM. Musica sacra di fine Quattrocento. L’Homme Armé: Fabio Lombardo, direttore. Musiche di H. Isaac, Josquin Despres, A. Coppini e altri.

Domenica 10 Novembre

Pieve: ore 10.00, partecipano alla Santa Messa i Bambini di IV Primaria del Catechismo che si trattengono poi per il loro incontro.

Santuario: alla Santa Messa delle 10.30 partecipano i ragazzi di V Primaria che poi si trattengono per l’incontro di Catechismo.

NUOVO CONSIGLIO PASTORALE

Sono stati eletti Banchi Ronconi Daniela, Consigli Pini Sandra, Morolli Sbrocchi Laura e Tagliaferri Stefano.

A loro si aggiungono Borelli Laura, Cipriani Cristiana, Margheri Filippo e Princi Luca scelti dal Parroco.

I REFERENTI DELLE PARROCCHIE

Sagginale – San Cresci: Generini Loredana.

Polcanto: Nazio Fabrizio.

Piazzano: Paladini Alessandro.

San Giovanni: Bartolini Fabrizio.

Olmi: Poli Giulia

Catechesi del Papa. I vizi e le virtù.

14. La fortezza.

La catechesi di oggi è dedicata alla terza delle virtù cardinali, vale a dire la fortezza. Partiamo dalla descrizione che ne dà il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni» (n. 1808). Così dice il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla virtù della fortezza.

Ecco, dunque, la più “combattiva” delle virtù. Se la prima delle virtù cardinali, vale a dire la prudenza, era soprattutto associata alla ragione dell’uomo; e mentre la giustizia trovava la sua dimora nella volontà; questa terza virtù, la fortezza, è spesso legata dagli autori scolastici a ciò che gli antichi chiamavano “appetito irascibile”. Il pensiero antico non ha immaginato un uomo senza passioni: sarebbe un sasso. E non è detto che le passioni siano necessariamente il residuo di un peccato; però esse vanno educate, vanno indirizzate, vanno purificate con l’acqua del Battesimo, o meglio con il fuoco dello Spirito Santo. Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Pensiamo a questo! Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario. Davanti alla morte dell’amico Lazzaro scoppia in pianto; e in certe sue espressioni traspare il suo animo appassionato, come quando dice: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49); e davanti al commercio nel tempio ha reagito con forza (cfr Mt 21,12-13). Gesù aveva passione.

Ma cerchiamo ora una descrizione esistenziale di questa virtù così importante che ci aiuta a portare frutto nella vita. Gli antichi – sia i filosofi greci, che i teologi cristiani – riconoscevano nella virtù della fortezza un duplice andamento, uno passivo e un altro attivo.

Il primo è rivolto dentro noi stessi. Ci sono nemici interni che dobbiamo sconfiggere, che vanno sotto il nome di ansia, di angoscia, di paura, di colpa: tutte forze che si agitano nel nostro intimo e che in qualche situazione ci paralizzano. Quanti lottatori soccombono prima ancora di iniziare la sfida! Perché non si rendono conto di questi nemici interni. La fortezza è una vittoria anzitutto contro noi stessi. La maggior parte delle paure che nascono in noi sono irrealistiche, e non si avverano per nulla. Meglio allora invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza: un problema alla volta, come siamo capaci, ma non da soli! Il Signore è con noi, se confidiamo in Lui e cerchiamo sinceramente il bene. Allora in ogni situazione possiamo contare sulla Provvidenza di Dio che ci fa da scudo e corazza.

E poi il secondo movimento della virtù della fortezza, questa volta di natura più attiva. Oltre alle prove interne, ci sono nemici esterni, che sono le prove della vita, le persecuzioni, le difficoltà che non ci aspettavamo e che ci sorprendono. Infatti, noi possiamo tentare di prevedere quello che ci capiterà, ma in larga parte la realtà è fatta di avvenimenti imponderabili, e in questo mare qualche volta la nostra barca viene sballottata dalle onde. La fortezza allora ci fa essere marinai resistenti, che non si spaventano e non si scoraggiano.

La fortezza è una virtù fondamentale perché prende sul serio la sfida del male nel mondo. Qualcuno finge che esso non esista, che tutto vada bene, che la volontà umana non sia talvolta cieca, che nella storia non si dibattano forze oscure portatrici di morte. Ma basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano. La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un “no”, un “no” secco a tutto questo. Nel nostro confortevole Occidente, che ha un po’ annacquato tutto, che ha trasformato il cammino di perfezione in un semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale, avvertiamo talvolta una sana nostalgia dei profeti. Ma sono molto rare le persone scomode e visionarie. C’è bisogno di qualcuno che ci scalzi dal posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro “no” al male e a tutto ciò che conduce all’indifferenza. “No” al male e “no” all’indifferenza; “sì” al cammino, al cammino che ci fa progredire, e per questo bisogna lottare.

Riscopriamo allora nel Vangelo la fortezza di Gesù, e impariamola dalla testimonianza dei santi e delle sante.