Domenica 22 Maggio
Pieve: alla Santa Messa delle ore 8.00 ricordiamo Maria Teresa Mariotti vedova Filipponi (Località Campagna, 61 – Mucciano), Andrea Bologna (La Gracchia, 31/i), Gino Bartolini (Via XXV Aprile, 12), Caterina “Tina” Viliani (Via I Maggio, 30), Aldemaro “Marino” Villa (Viale della Resistenza, 10), Roberto Miniati (Via Giovanni della Casa) Renata Venturi vedova Bonechi (Firenze), Ezio Galeotti (Via Nenni, 19).
Pieve: alla Santa Messa delle 10.00 partecipano i Bambini e le Bambine che hanno ricevuto Sabato e Domenica scorsi, in Pieve, la Prima Comunione.
Piazzano: ore 11.00 durante la Santa Messa, Aurora Natalino riceve il Santo Battesimo.
Pieve: ore 16.00 Santa Messa con Prima Comunione di Mattia Bandini, Maddalena Belli, Giulia Blinishta, Martina Borsotti, Emma Del Bianco, Maria Chloè Dreoni, Giulio Fiesoli, Matilde Granvillano, Alessandro Grifoni, Vittoria Gronchi, Alessia Moroni, Matteo Nebuissi, Samuel Victor Neri, Giorgio Pugliese.
In questa Domenica al termine delle Sante Messe si benedicono le rose, che ognuno porterà, nel ricordo di Santa Rita da Cascia.
Lunedì 23 Maggio
Olmi: ore 21.00 Santo Rosario presso il tabernacolo della Madonna.
Giovedì 16 Maggio
La Gracchia: ore 21.00 Santo Rosario presso il tabernacolo della Madonna.
Venerdì 20 Maggio
Figliano: dalle 10.00 alle 18.00 ritiro per i bambini e le bambine che riceveranno la Prima Comunione Sabato e Domenica prossimi.
Sabato 28 Maggio
Figliano: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 incontro di Catechismo per i Bambini di Quinta Primaria.
Pieve: Ore 16.00 Santa Messa con Prima Comunione per Giovanni Belli, Lapo Benvenuti, Tommaso Betti, Anna Biagioni, Lola Bonati, Pedro Bonati, Dario Carboni, Elena Cieri, Benedetta Ferri, Antonio Debiase, Sarah Galeotti, Maria Galeotti, Linda Loli, Valentina Molinati, Andrea Occhibove, Emma Scialpi.
Domenica 29 Maggio
Pieve: alla Santa Messa delle 10.00 partecipano i Bambini e le Bambine che hanno ricevuto Domenica scorsa, in Pieve, la Prima Comunione.
Olmi: ore 16.00 Santa Messa con Prima Comunione di Vittoria Boni, Chiara Bucelli, Rebecca Cardelli, Maya Fontani, Tommaso Landi, Vittoria Mangani, Niccolò Margheri, Gabriele Moccia, Sara Morbidelli, Anna Noemi Pancrazi, Riccardo Romei, Maya Rebecca Romoli, Niccolò Rugi, Maria Santarelli, Vasco Vegli, Matteo Vegli.
Pieve: ore 16.30 Adele Stocchi, Alice Sulprizio e Neri Giovannini ricevono il Santo Battesimo.
Mese di Maggio a Olmi
Santo Rosario ogni giorno alle ore 17.00.
CAMPI ESTIVI ESTATE 2022
Bambini Quarta Elementare a Figliano dal 15 al 18 Giugno. Iscrizioni: Mercoledì 25 Maggio ore 21.00 al Centro Giovanile.
Bambini Quinta Elementare a Figliano dal 20 al 25 Giugno. Iscrizioni Lunedì 30 Maggio ore 21.00 al Centro Giovanile.
Ragazzi Prima Media a Cavallico dal 27 Giugno al 2 Luglio. Iscrizioni Venerdì 27 Maggio ore 21.00 al Centro Giovanile.
Ragazzi dopo Cresima Seconda Media a Cavallico dal 22 al 27 Agosto.
Giovanissimi dopo Cresima Terza Media a Cavallico dall’11 al 16 Luglio.
Giovanissimi dopo Cresima Prima Superiore ai Diacci dal 25 al 29 Luglio.
Famiglie a Cavallico dal 7 all’14 Agosto.
GRIM ESTIVO dal 4 all’8 e dall’11 al 15 Luglio.
N.B. Per le iscrizioni ai Campi del dopo Cresima e al GRIM vi faremo sapere presto.
Catechesi del Papa su San Giuseppe. 1. San Giuseppe e l’ambiente in cui è vissuto
Nella Bibbia esistono più di dieci personaggi che portano il nome Giuseppe. Il più importante tra questi è il figlio di Giacobbe e di Rachele, che, attraverso varie peripezie, da schiavo diventa la seconda persona più importante in Egitto dopo il faraone (cfr Gen 37-50). Il nome Giuseppe in ebraico significa “Dio accresca, Dio faccia crescere”. È un augurio, una benedizione fondata sulla fiducia nella provvidenza e riferita specialmente alla fecondità e alla crescita dei figli. In effetti, proprio questo nome ci rivela un aspetto essenziale della personalità di Giuseppe di Nazaret. Egli è un uomo pieno di fede nella sua provvidenza: crede nella provvidenza di Dio, ha fede nella provvidenza di Dio. Ogni sua azione narrata dal Vangelo è dettata dalla certezza che Dio “fa crescere”, che Dio “aumenta”, che Dio “aggiunge”, cioè che Dio provvede a mandare avanti il suo disegno di salvezza. E, in questo, Giuseppe di Nazaret assomiglia molto a Giuseppe d’Egitto.
Anche i principali riferimenti geografici che si riferiscono a Giuseppe: Betlemme e Nazaret, assumono un ruolo importante nella comprensione della sua figura.
Nell’Antico Testamento la città di Betlemme è chiamata con il nome Beth Lechem, cioè “Casa del pane”, o anche Efrata, a causa della tribù insediatasi in quel territorio. In arabo, invece, il nome significa “Casa della carne”, probabilmente per la grande quantità di greggi di pecore e capre presenti nella zona. Non a caso, infatti, quando nacque Gesù, i pastori furono i primi testimoni dell’evento (cfr Lc 2,8-20). Alla luce della vicenda di Gesù, queste allusioni al pane e alla carne rimandano al mistero Eucaristico: Gesù è il pane vivo disceso dal cielo (cfr Gv 6,51). Egli stesso dirà di sé: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna» (Gv 6,54).
Betlemme è citata più volte nella Bibbia, fin dal Libro della Genesi. A Betlemme è anche legata la storia di Rut e Noemi, narrata nel piccolo ma stupendo Libro di Rut. Rut partorì un figlio chiamato Obed dal quale a sua volta nacque Iesse, il padre del re Davide. E proprio dalla discendenza di Davide viene Giuseppe, il padre legale di Gesù. Su Betlemme, poi, il profeta Michea predisse grandi cose: «E tu Betlemme di Efrata, così piccola per essere tra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele» (Mi 5,1). L’evangelista Matteo riprenderà questa profezia, la collegherà alla storia di Gesù come alla sua evidente realizzazione.
In effetti, il Figlio di Dio non sceglie Gerusalemme come luogo della sua incarnazione, ma Betlemme e Nazaret, due villaggi periferici, lontani dai clamori della cronaca e del potere del tempo. Eppure Gerusalemme era la città amata dal Signore (cfr Is 62,1-12), la «città santa» (Dn 3,28), scelta da Dio per abitarvi (cfr Zc 3,2; Sal 132,13). Qui, infatti, risiedevano i dottori della Legge, gli scribi e i farisei, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo (cfr Lc 2,46; Mt 15,1; Mc 3,22; Gv 1,19; Mt 26,3).
Ecco perché la scelta di Betlemme e Nazaret ci dice che la periferia e la marginalità sono predilette da Dio. Gesù non nacque a Gerusalemme con tutta la corte …no: nacque in una periferia e ha trascorso la sua vita, fino a 30 anni, in quella periferia, facendo il falegname, come Giuseppe. Per Gesù, le periferie e le marginalità sono predilette. Non prendere sul serio questa realtà equivale a non prendere sul serio il Vangelo e l’opera di Dio, che continua a manifestarsi nelle periferie geografiche ed esistenziali. Il Signore agisce sempre di nascosto nelle periferie, anche nella nostra anima, nelle periferie dell’anima, dei sentimenti, forse sentimenti di cui ci vergogniamo; ma il Signore è lì per aiutarci ad andare avanti. Il Signore continua a manifestarsi nelle periferie, sia quelle geografiche, sia quelle esistenziali. In particolare, Gesù va a cercare i peccatori, entra nelle loro case, parla con loro, li chiama alla conversione. Ed è anche rimproverato per questo: “Ma guarda, questo Maestro – dicono i dottori della legge – guarda questo Maestro: mangia con i peccatori, si sporca, va a cercare quelli che il male non lo hanno fatto ma lo hanno subìto: i malati, gli affamati, i poveri, gli ultimi. Sempre Gesù va verso le periferie. E questo ci deve dare tanta fiducia, perché il Signore conosce le periferie del nostro cuore, le periferie della nostra anima, le periferie della nostra società, della nostra città, della nostra famiglia, cioè quella parte un po’ oscura che noi non facciamo vedere forse per vergogna.
Sotto questo aspetto, la società di allora non è molto diversa dalla nostra. Anche oggi esistono un centro e una periferia. E la Chiesa sa che è chiamata ad annunciare la buona novella a partire dalle periferie. Giuseppe, che è un falegname di Nazaret e che si fida del progetto di Dio sulla sua giovane promessa sposa e su di lui, ricorda alla Chiesa di fissare lo sguardo su ciò che il mondo ignora volutamente. Oggi Giuseppe ci insegna questo: “Non guardare tanto le cose che il mondo loda, guarda agli angoli, guarda alle ombre, guarda alle periferie, quello che il mondo non vuole”. Egli ricorda a ciascuno di noi di dare importanza a ciò che gli altri scartano. In questo senso è davvero un maestro dell’essenziale: ci ricorda che ciò che davvero vale non attira la nostra attenzione, ma esige un paziente discernimento per essere scoperto e valorizzato. Scoprire quello che vale. Chiediamo a lui di intercedere affinché tutta la Chiesa recuperi questo sguardo, questa capacità di discernere, questa capacità di valutare l’essenziale. Ripartiamo da Betlemme, ripartiamo da Nazaret.
Vorrei oggi mandare un messaggio a tutti gli uomini e le donne che vivono le periferie geografiche più dimenticate del mondo o che vivono situazioni di marginalità esistenziale. Possiate trovare in San Giuseppe il testimone e il protettore a cui guardare. A lui possiamo rivolgerci con questa preghiera, preghiera “fatta in casa”, ma uscita dal cuore:
San Giuseppe,
tu che sempre ti sei fidato di Dio,
e hai fatto le tue scelte
guidato dalla sua provvidenza,
insegnaci a non contare tanto sui nostri progetti,
ma sul suo disegno d’amore.
Tu che vieni dalle periferie,
aiutaci a convertire il nostro sguardo
e a preferire ciò che il mondo scarta e mette ai margini.
Conforta chi si sente solo
e sostieni chi si impegna in silenzio
per difendere la vita e la dignità umana. Amen.