Domenica 17 Marzo

Pieve:   alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo ricordiamo David Gianassi (Viale delle Repubblica, 33), Daniela Forasassi in Pini (Via Che Guevara, 14), Flora Maria Pellegrini in Bini (Prato).

Pieve:   i Bambini di Terza Primaria, dopo la Santa Messa delle 10.00, faranno il loro incontro di Catechismo nei locali parrocchiali.

Cinema Don Bosco: ore 10.00, Ezio Aceti, esperto in psicologia dell’età evolutiva Adolescenti oggi: fragilità e risorse.

Pieve:   alla Santa Messa delle ore 11.30, terzo Scrutinio della nostra catecumena Nina, col Vangelo della risurrezione di Lazzaro.

Sala Parrocchiale della Pieve: ore 17.30 incontro per le Giovani Coppie di Sposi e per le Coppie di Fidanzati.

Martedì 19 Marzo

Nella festa di San Giuseppe, la Santa Messa delle 18.00 sarà celebrata nella Cappella della Misericordia anziché al Santuario, nell’anniversario della Fondazione della Confraternita.

Mercoledì 20 Marzo

Centro Giovanile: ore 20.00 incontro dei Giovanissimi del post Cresima 2011.

Centro Giovanile: ore 21.00, incontro di Catechesi per Adulti.

Giovedì 21 Marzo

Famiglia Borelli, Piazza Dante, 42: incontro di Catechesi per Adulti.

Cinema Don Bosco: ore 21.30, Proiezione del Film CUORE DI PADRE La silenziosa potenza di San Giuseppe. Biglietto: 5 euro.

Venerdì 22 Marzo

Santuario: ore 17.00 VIA CRUCIS

Piazzano: ore 21.00, Celebrazione Quaresimale alla riscoperta del Battesimo.

Sabato 23 Marzo

Centro Giovanile: dalle 10.00 alle 12.00, incontro di Catechismo per i Ragazzi di Quinta Primaria.

Alla Santa Messa delle 17.00 al santuario e a quella delle 18.00 in Pieve, viene ricordato l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e vengono benedetti e distribuiti i rami di ulivo.

San Cresci: oggi e domani, ritiro dei Giovanissimi del 2008.

Domenica 24 Marzo Le Palme

A tutte le Sante Messe viene ricordato l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e vengono benedetti e distribuiti i rami di ulivo:

Ore 8.00    Pieve

Ore 9.00    Sagginale

Ore 9.15    San Giovanni Maggiore

Ore 9,45    Borgo in Piazza Castelvecchio benedizione dell’ulivo, e ingresso in Pieve per l’Eucaristia.

Ore 10,00   Olmi giardino accanto la chiesa benedizione dell’uli-vo, e ingresso in Chiesa per l’Eucaristia.

Ore 10,30   Borgo Suore Stimmatine benedizione dell’ulivo e processione verso il Santuario per l’Eucaristia.

Ore 11.15   Piazzano Giardino davanti la Chiesa Benedizione dell’ulivo, e ingresso in Chiesa per l’Eucaristia.

Ore 11.00   Polcanto Piazzale davanti alla chiesa Benedizione dell’ulivo e ingresso in Chiesa per l’Eucaristia.

Ore 11.30   Pieve.

Ore 18.00   Pieve

MERCATINO DI BENEFICIENZA PRESSO IL SANTUARIO

Aperto tutti i pomeriggi dalle 16.00 alle 18.30 e la domenica mattina dalle 10.00 alle 12.00 fino al 26 marzo compreso.

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE

Lunedì 18 Marzo SENNI: La Torre – via del Campo – via Castellina – Petrona.

Martedì 19 Marzo: SAN GIOVANNI via del Cantone – via di Mezzo – via dell’Aiuccia –via Torricino – via di Lucchino – piazza Campobello

Mercoledì 20 Marzo: SAN GIOVANNI via del Palagetto – San Giovanni – Collina – strada per Mucciano – strada per Luco – via della Stazione.

Giovedì 21 Marzo: SAN GIOVANNI via Faentina – via Fonda – via delle Casette – Roppi.

Venerdì 22 Marzo: SAN GIOVANNI via di Salto – via Osteria – Selve – Striano – via Pananti – Piazza – Pulicciano.

CELEBRAZIONE DELLA PASQUA 2024

Quest’anno la Veglia Pasquale si terrà unicamente in Pieve per tutta l’Unità Pastorale di Borgo San Lorenzo alle ore 21.30.

Catechesi del Papa. La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente. 18.

L’annuncio nella lingua materna: San Juan Diego, messaggero della Vergine di Guadalupe

Nel nostro percorso alla riscoperta della passione per l’annuncio del Vangelo, per vedere come lo zelo apostolico, questa passione per annunciare il Vangelo si è sviluppata nella storia della Chiesa -, in questo percorso guardiamo oggi alle Americhe. Qui l’evangelizzazione ha una sorgente sempre viva: Guadalupe. È una sorgente viva. Certo, il Vangelo vi era giunto già prima di quelle apparizioni, ma purtroppo era stato accompagnato anche da interessi mondani. Anziché la via dell’inculturazione, era stata percorsa troppo spesso quella sbrigativa di trapiantare e imporre modelli precostituiti – europei, per esempio -, mancando di rispetto verso le popolazioni indigene. La Vergine di Guadalupe, invece, appare vestita con gli abiti degli autoctoni, parla la loro lingua, accoglie e ama la cultura del luogo: Maria è Madre e sotto il suo manto trova posto ogni figlio. In Lei, Dio si è fatto carne e, tramite Maria, continua a incarnarsi nella vita dei popoli. La Madonna, infatti, annuncia Dio nella lingua più adatta, cioè la lingua materna. E anche a noi la Madonna parla in lingua materna, quella che noi capiamo bene. Il Vangelo si trasmette nella lingua materna. E io vorrei dire grazie alle tante mamme e alle tante nonne che lo tramandano ai figli e ai nipoti: la fede passa con la vita, per questo le madri e le nonne sono le prime annunciatrici. Un applauso alle mamme e alle nonne! E il Vangelo si comunica, come mostra Maria, nella semplicità: sempre la Madonna sceglie i semplici, sulla collina del Tepeyac in Messico come a Lourdes e a Fatima: parlando a loro, parla a ciascuno, con un linguaggio adatto a tutti, con un linguaggio comprensibile, come quello di Gesù.

Soffermiamoci allora sulla testimonianza di San Juan Diego, che è il messaggero, è il ragazzo, è l’indigeno che ha ricevuto la rivelazione di Maria: il messaggero della Madonna di Guadalupe. Lui era una persona umile, un indio del popolo: su di lui si posa lo sguardo di Dio, che ama compiere prodigi attraverso i piccoli. Juan Diego era venuto alla fede già adulto e sposato. Nel dicembre del 1531 ha circa 55 anni. Mentre è in cammino, vede su un’altura la Madre di Dio, che teneramente lo chiama, e come lo chiama la Madonna? «mio piccolo figlio amatissimo Juanito» (Nican Mopohua, 23). Poi lo invia dal Vescovo a chiedere di costruire un tempio proprio lì, dov’era apparsa. Juan Diego, semplice e disponibile, va con la generosità del suo cuore puro, ma deve fare una lunga attesa. Finalmente parla al Vescovo, ma non viene creduto. A volte noi Vescovi… Incontra di nuovo la Madonna, che lo consola e gli chiede di riprovare. L’indio torna dal Vescovo e con grande fatica lo incontra, ma questi, dopo averlo ascoltato, lo congeda e manda degli uomini a seguirlo. Ecco la fatica, la prova dell’annuncio: nonostante lo zelo, arrivano gli imprevisti, a volte dalla Chiesa stessa. Per annunciare, infatti, non basta testimoniare il bene, occorre saper sopportare il male. Non dimentichiamo questo: è molto importante per annunciare il Vangelo non basta testimoniare il bene, ma occorre saper sopportare il male. Un cristiano fa il bene, ma sopporta il male. Ambedue vanno insieme, la vita è così. Anche oggi, in tanti luoghi, per inculturare il Vangelo ed evangelizzare le culture occorrono costanza e pazienza, occorre non temere i conflitti, non perdersi d’animo. Sto pensando a un Paese dove i cristiani sono perseguitati, perché sono cristiani e non possono praticare la loro religione bene e in pace. Juan Diego, scoraggiato, perché il Vescovo lo rimandava, chiede alla Madonna di dispensarlo e di incaricare qualcuno più stimato e capace di lui, ma viene invitato a perseverare. C’è sempre il rischio di una certa arrendevolezza nell’annuncio: una cosa non va e ci si tira indietro, scoraggiandosi e rifugiandosi magari nelle proprie certezze, in piccoli gruppi e in alcune devozioni intimistiche. La Madonna, invece, mentre ci consola, ci fa andare avanti e così ci fa crescere, come una buona madre che, mentre segue i passi del figlio, lo lancia nelle sfide del mondo.

Juan Diego, così incoraggiato, ritorna dal Vescovo che gli chiede un segno. La Madonna glielo promette, e lo conforta con questa parole: «Non si turbi il tuo volto, il tuo cuore: […] Non sto forse qui io, che sono tua madre?» (ibid., 118-119).È bello, questo, la Madonna tante volte quando siamo in desolazione, nella tristezza, nella difficoltà, lo dice anche a noi, nel cuore: «Non sto forse qui io che sono tua madre?»Sempre vicina per consolarci e darci la forza per andare avanti. Poi gli chiede di andare sull’arida sommità del colle a raccogliere dei fiori. È inverno ma, nonostante ciò, Juan Diego ne trova di bellissimi, li mette nel mantello e li offre alla Madre di Dio, la quale lo invita a portarli al Vescovo come prova. Lui va, attende il suo turno con pazienza e finalmente, al cospetto del Vescovo, apre la sua tilma;- che è quello che usavano gli indigeni per coprirsi – apre la sua tilma mostrando i fiori ed ecco: sul tessuto del mantello appare l’immagine della Madonna, quella straordinaria e viva che conosciamo noi, nei cui occhi sono ancora impressi i protagonisti di allora. Ecco la sorpresa di Dio: quando c’è disponibilità, quando c’è obbedienza, Egli può compiere qualcosa di inaspettato, nei tempi e nei modi che non possiamo prevedere. E così il santuario chiesto dalla Vergine viene costruito e oggi si può visitare.

Juan Diego lascia tutto e, col permesso del Vescovo, dedica la sua vita al santuario. Accoglie i pellegrini e li evangelizza. È quello che succede nei santuari mariani, meta di pellegrinaggi e luoghi di annuncio, dove ciascuno si sente a casa – perché è la casa della mamma, è la casa della madre – e prova la nostalgia di casa, cioè la nostalgia del luogo in cui sta la Madre, il Cielo. Lì la fede si accoglie in modo semplice, la fede si accoglie in modo genuino, in modo popolare, e la Madonna, come disse a Juan Diego, ascolta i nostri pianti e cura le nostre pene (cfr ibid., 32). Impariamo questo: quando ci sono difficoltà nella vita, andiamo dalla Madre; e quando la vita è felice, andiamo dalla Madre a condividere anche questo. Abbiamo bisogno di recarci in queste oasi di consolazione e di misericordia, dove la fede si esprime in lingua materna; dove si depongono le fatiche della vita tra le braccia della Madonna e si torna a vivere con la pace nel cuore, forse con la pace dei bambini.