Domenica 14 Aprile

Pieve: alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo Mariella Bianchi (RSA Giotto, già Firenze), Pietro Mercatali (Via Galilei, 10), Antonella Giovannetti in Tagliaferri (Corso Matteotti, 108), Caterina Panunzi (Via Scalandroni, 29 – Polcanto), Lucia “Maria” Rizzo vedova Grandi (Via G. Romanelli, 32), Francesco Pisciotta (RSA SS. Annunziata – Firenzuola, già Rignano sull’Arno).

Locali della Pieve: incontro di Catechismo per i Bambini e le Bambine di IV Primaria dopo la Santa Messa delle 10.00.

Piazzano: alla Santa Messa delle 11.00, Virginia Bornice riceve il Battesimo.

Chiesa dei Cappuccini: ore 16.00 Alessio Appariti riceve il Battesimo

Lunedì 15 Aprile

Pieve: alla Santa Messa delle 18.00 partecipano i Bambini e le Bambine di quarta Primaria che riceveranno la Prima Comunione il 5 Maggio.

Mercoledì 17 Aprile

Olmi: ore 15.30, Incontro sinodale.

Centro Giovanile: ore 21.00, Incontro di Catechesi per adulti.

Famiglia Macina, via Calamandrei, 7: ore 21.00, Incontro di Catechesi per adulti.

Giovedì 18 Aprile

Famiglia Borelli, piazza Dante, 42: Incontro di Catechesi per adulti.

Venerdì 19 Aprile

Chiesa di San Donato in Polcanto: ore 21, 15 Concerto Gospel diretto dal Mo. Gianni Mini. Ingresso libero.

Sabato 20 Aprile

Pellegrinaggio a Roma dei Cresimandi del Vicariato del Mugello.

Domenica 21 Aprile

Locali della Pieve: incontro di Catechismo per i Bambini e le Bambine di III Primaria dopo la Santa Messa delle 10.00.

Centro Giovanile: Insieme Party…amo: Domenica in compagnia dove l’amicizia, i sorrisi e la gioia di stare insieme non mancheranno.

Programma: ore 10,30 Santa Messa al Santuario; dopo, tombola con tanti premi. Ore 13.00 Pranziamo insieme e poi pomeriggio con canti e musica dal vivo. Per info e iscrizioni chiamare Romano: 338 1776472.

CAMPI SCUOLA

Terza Primaria: Figliano dal 19 al 22 Giugno.

Quarta Primaria: Figliano dal 24 al 29 Giugno.

Quinta Primaria: Figliano dal 1° al 6 Luglio.

Prima Media: Figliano dall’8 al 13 Luglio.

Seconda Media: Cavallico dal 15 al 20 Luglio.

Terza Media: Cavallico dal 22 al 27 Luglio

GRIM ESTIVO

Dal 1° al 5 e dall’8 al 12 Luglio.

Più avanti verranno fornite i tempi e le modalità di iscrizione ai campi Scuola e al GRIM.

Catechesi del Papa. La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente.

20. Il Beato José Gregorio Hernández Cisneros, medico dei poveri e apostolo di pace

Nelle nostre catechesi, continuiamo a incontrare dei testimoni appassionati dell’annuncio del Vangelo. Ricordiamo che questa è una serie di catechesi sullo zelo apostolico, sulla volontà e anche l’ardore interiore per portare avanti il Vangelo. Oggi andiamo in America Latina, precisamente in Venezuela, per conoscere la figura di un laico, il Beato José Gregorio Hernández Cisneros. Nacque nel 1864 e apprese la fede soprattutto dalla madre, come raccontò: «Mia madre mi ha insegnato la virtù fin dalla culla, mi ha fatto crescere nella conoscenza di Dio e mi ha dato per guida la carità». Siamo attenti: sono le mamme a trasmettere la fede. La fede si trasmette in dialetto, cioè con il linguaggio delle mamme, quel dialetto che le mamme sanno parlare con i figli. E a voi mamme: state attente nel trasmettere la fede in quel dialetto materno.

Veramente la carità fu la stella polare che orientò l’esistenza del Beato José Gregorio: persona buona e solare, dal carattere lieto, era dotato di una spiccata intelligenza; divenne medico, professore universitario e scienziato. Ma fu anzitutto un dottore vicino ai più deboli, tanto da essere conosciuto in patria come “il medico dei poveri”. Accudiva i poveri, sempre. Alla ricchezza del denaro preferì quella del Vangelo, spendendo l’esistenza per soccorrere i bisognosi. Nei poveri, negli ammalati, nei migranti, nei sofferenti, José Gregorio vedeva Gesù. E il successo che mai ricercò nel mondo lo ricevette, e continua a riceverlo, dalla gente, che lo chiama “santo del popolo”, “apostolo della carità”, “missionario della speranza”. Bei nomi: “Santo del popolo”, “apostolo della carità”, “missionario della speranza”.

José Gregorio era un uomo umile, un uomo gentile e disponibile. E al tempo stesso era mosso da un fuoco interiore, dal desiderio di vivere al servizio di Dio e del prossimo. Spinto da questo ardore, diverse volte provò a diventare religioso e sacerdote, ma vari problemi di salute glielo impedirono. La fragilità fisica non lo portò però a chiudersi in sé stesso, ma a diventare un medico ancora più sensibile alle necessità altrui; si strinse alla Provvidenza e, forgiato nell’animo, andò maggiormente all’essenziale. Ecco lo zelo apostolico: non segue le proprie aspirazioni, ma la disponibilità ai disegni di Dio. E così il Beato comprese che, attraverso la cura dei malati, avrebbe messo in pratica la volontà di Dio, soccorrendo i sofferenti, dando speranza ai poveri, testimoniando la fede non a parole ma con l’esempio. Arrivò così – per questa strada interiore – ad accogliere la medicina come un sacerdozio: «il sacerdozio del dolore umano» (M. Yaber, José Gregorio Hernández: Médico de los Pobres, Apóstol de la Justicia Social, Misionero de las Esperanzas, 2004, 107). Quanto è importante non subire passivamente le cose, ma, come dice la Scrittura, fare ogni cosa di buon animo, per servire il Signore (cfr Col 3,23).

Ma chiediamoci: da dove veniva a José Gregorio tutto questo entusiasmo, tutto questo zelo? Veniva da una certezza e da una forzaLa certezza era la grazia di Dio. Egli scrisse che «se nel mondo ci sono buoni e cattivi, i cattivi ci sono perché loro stessi son diventati cattivi: ma i buoni sono tali con l’aiuto di Dio» (27 maggio 1914). E Lui per primo si sentiva bisognoso di grazia, che mendicava sulle strade e aveva estremo bisogno dell’amore. Ed ecco la forza a cui attingeva: l’intimità con Dio. Era un uomo di preghiera – c’è la grazia di Dio e l’intimità con il Signore – era un uomo di preghiera che partecipava alla Messa.

E a contatto con Gesù, che si offre sull’altare per tutti, José Gregorio si sentì chiamato a offrire la sua vita per la pace. Il primo conflitto mondiale era in corso. Arriviamo così al 29 giugno 1919: un amico gli fa visita e lo trova molto felice. José Gregorio ha infatti saputo che è stato firmato il trattato che pone termine alla guerra. La sua offerta è stata accolta, ed è come se lui presagisca che il suo compito in terra sia terminato. Quella mattina, come al solito, era stato a Messa e ora scende in strada per portare una medicina a un malato. Ma, mentre attraversa la strada, viene investito da un veicolo; portato in ospedale, muore pronunciando il nome della Madonna. Il suo cammino terreno si conclude così, su una strada mentre compie un’opera di misericordia, e in un ospedale, dove aveva fatto del suo lavoro un capolavoro come medico.

Fratelli, sorelle, al cospetto di questo testimone chiediamoci: io, davanti a Dio presente nei poveri vicino a me, di fronte a chi nel mondo più soffre, come reagisco? E l’esempio di José Gregorio come tocca a me? Lui ci stimola all’impegno dinanzi alle grandi questioni sociali, economiche e politiche di oggi. Tanti ne parlano, tanti ne sparlano, tanti criticano e dicono che va tutto male. Ma il cristiano non è chiamato a questo, bensì a occuparsene, a sporcarsi le mani: anzitutto, come ci ha detto San Paolo, a pregare (cfr 1 Tm 2,1-4), e poi a impegnarsi non in chiacchiere – il chiacchiericcio è una peste – ma a promuovere il bene e a costruire la pace e la giustizia nella verità. Anche questo è zelo apostolico, è annuncio del Vangelo, e questo è beatitudine cristiana: «beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Andiamo avanti sulla strada del Beato Gregorio: un laico, un medico, un uomo di lavoro quotidiano che lo zelo apostolico ha spinto a vivere facendo la carità durante tutta la vita.