ASCENSIONE DEL SIGNORE

Domenica 1 Giugno

Pieve:   alla Santa Messa delle 8.00 ricordiamo Giuseppe Bonanni (Via Brocchi, 9), Marzia Baggiani vedova Contri (Via Sagginalese, 42 – Sagginale), Bruno Becattini (Corso Matteotti, 219).

Santuario: alla Santa Messa delle 10.30 partecipano i Bambini e le Bambine che hanno ricevuto nelle scorse Domeniche la prima Comunione. Al termine, “Velatio” del Santissimo Crocifisso.

Pieve:   ore 16.00, Lorenzo Scandale, Noemi Mungiguerra, Samuele Genesia, Thiago e Sophie Monterisi ricevono il Battesimo.

Sagginale: ore 16.00, Elia Ronchini Bellucci riceve il Battesimo.

Pulicciano: ore 16.00, Nisa Mazzuca riceve ilBattesimo.

San Cresci: ore 17.00, Vittoria Farina riceve il Battesimo.

Lunedì 2 Giugno

Pieve:   ore 10.30 Santa Messa celebrata da don Bledar Xhuli, Vicario Episcopale per la Pastorale, che amministrerà il Sacramento della Cresima a Carboni Andrea, Consigli Neri, Della Rocca Giulia, Ferariu Giorgia Sofia, Fredducci Marco, Galeotti Camilla, Gherardi Cosimo, Giardullo Sharon, Omoboni Adele, Righini Giulio, Saletti Francesco, Sorelli Petra, Tagrandi Emma, Vitali Cosimo, Zampieri Thiago, Brilli Pietro, Cernuto Agnese, Cernuto Lucia, Fatone Vittoria, Fredducci Matteo, Gegaj Samuele, Governi Elia, Melara Asia Lucia, Toccafondi Ilaria, Tozzi Daniel, Toccafondi Matteo, Capecchi Sara, Tizzanelli Alyssa, Bravi Matteo, Conti Carlotta, D’Addio Ginevra, Diaz Arianna, Dreoni Gloria, Gabrielli Melissa, Geraci Samuele, Kakia Marcelino, Mari Vittoria, Rogai Ginevra, Troiano Giulia, Vinci Andrea, Vivoli Giorgia, Bimonte Giorgia Elena.

Pieve:   ore 16.30, Santa Messa celebrata da don Bledar Xhuli, Vicario Episcopale per la Pastorale, che amministrerà il Sacramento della Cresima a Boni Sara, Giunti Sofia, Mannino Morena, Mannozzi Lorenzo, Martucci Daniele, Materassi Francesco, Perisotti Giulia, Quartani Cosimo, Rotini Alessandro, Sparaco Margot, Timori Edoardo, Vinci Matilde, Carrera Carlos Maria, Tiddi Ginevra, Bargiotti Giulia, Barone Mattia, Bardazzi Marco, Brutti Aurora, Caramalli Marco, Casati Arianna, Grazzini Lorenzo, Jerevija Mario, Martucci Ginevra, Mele Luna, Riccardi Emma, Tantulli Filippo, Zavattoni Aurora, Carrera Angelica, Cavini Alessia, Devoti Alessandro, Felitti Aida, Lombardo Giorgia, Malavolti Giancarlo, Sichi Franca, Fortes David, Sternini Lavinia, Townsend Costanza, Ylade Alex Miko

Martedì 3 Giugno

Cappella della Misericordia: ore 21.00, Santa Messa per i Fratelli e le Sorelle, Viventi e Defunti, della Confraternita.

Giovedì 5 Giugno

Pieve:   ore 21.30, Concerto di Musica Classica, “L’Orologio”, Orchestra della Toscana diretta da Diego Ceretta. Musiche di Mozart e Haydn, solisti Giacomo Bianchi, violino e Stefano Zanobini, Viola. Ingresso libero.

Sabato 7 Giugno

San Cresci: ore 15.30, Lapo Paladini e Bianca Gradinariu celebrano il Sacramento del Matrimonio.

San Cresci: ore 19.30, INSIEME INCONTRO ALLO SPIRITO: Veglia di Preghiera e Meditazione al tramonto nella Vigilia di Pentecoste.

Lunedì 9 Giugno

Pieve: ore 21.00, Incontro di Preghiera a conclusione della Catechesi Biblica nei gruppi sui Libri di Zaccaria e Malachia.

Catechesi del Papa – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza.

II. La vita di Gesù. Le parabole.

7. Il samaritano. Passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione (Lc 10,33b)

Continuiamo a meditare su alcune parabole del Vangelo che sono un’occasione per cambiare prospettiva e aprirci alla speranza. La mancanza di speranza, a volte, è dovuta al fatto che ci fissiamo su un certo modo rigido e chiuso di vedere le cose, e le parabole ci aiutano a guardarle da un altro punto di vista.

Oggi vorrei parlarvi di una persona esperta, preparata, un dottore della Legge, che ha bisogno però di cambiare prospettiva, perché è concentrato su sé stesso e non si accorge degli altri (cfr Lc 10,25-37). Egli infatti interroga Gesù sul modo in cui si “eredita” la vita eterna, usando un’espressione che la intende come un diritto inequivocabile. Ma dietro questa domanda si nasconde forse proprio un bisogno di attenzione: l’unica parola su cui chiede spiegazioni a Gesù è il termine “prossimo”, che letteralmente vuol dire colui che è vicino.

Per questo Gesù racconta una parabola che è un cammino per trasformare quella domanda, per passare dal chi mi vuole bene? al chi ha voluto bene? La prima è una domanda immatura, la seconda è la domanda dell’adulto che ha compreso il senso della sua vita. La prima domanda è quella che pronunciamo quando ci mettiamo nell’angolo e aspettiamo, la seconda è quella che ci spinge a metterci in cammino.

La parabola che Gesù racconta ha, infatti, come scenario proprio una strada, ed è una strada difficile e impervia, come la vita. È la strada percorsa da un uomo che scende da Gerusalemme, la città sul monte, a Gerico, la città sotto il livello del mare. È un’immagine che già prelude a ciò che potrebbe succedere: accade infatti che quell’uomo viene assalito, bastonato, derubato e lasciato mezzo morto. È l’esperienza che capita quando le situazioni, le persone, a volte persino quelli di cui ci siamo fidati, ci tolgono tutto e ci lasciano in mezzo alla strada.

La vita però è fatta di incontri, e in questi incontri veniamo fuori per quello che siamo. Ci troviamo davanti all’altro, davanti alla sua fragilità e alla sua debolezza e possiamo decidere cosa fare: prendercene cura o fare finta di niente. Un sacerdote e un levita scendono per quella medesima strada. Sono persone che prestano servizio nel Tempio di Gerusalemme, che abitano nello spazio sacro. Eppure, la pratica del culto non porta automaticamente ad essere compassionevoli. Infatti, prima che una questione religiosa, la compassione è una questione di umanità! Prima di essere credenti, siamo chiamati a essere umani.

Possiamo immaginare che, dopo essere rimasti a lungo a Gerusalemme, quel sacerdote e quel levita abbiano fretta di tornare a casa. È proprio la fretta, così presente nella nostra vita, che molte volte ci impedisce di provare compassione. Chi pensa che il proprio viaggio debba avere la priorità, non è disposto a fermarsi per un altro.

Ma ecco che arriva qualcuno che effettivamente è capace di fermarsi: è un samaritano, uno quindi che appartiene a un popolo disprezzato (cfr 2Re 17). Nel suo caso, il testo non precisa la direzione, ma dice solo che era in viaggio. La religiosità qui non c’entra. Questo samaritano si ferma semplicemente perché è un uomo davanti a un altro uomo che ha bisogno di aiuto.

La compassione si esprime attraverso gesti concreti. L’evangelista Luca indugia sulle azioni del samaritano, che noi chiamiamo “buono”, ma che nel testo è semplicemente una persona: il samaritano si fa vicino, perché se vuoi aiutare qualcuno non puoi pensare di tenerti a distanza, ti devi coinvolgere, sporcare, forse contaminare; gli fascia le ferite dopo averle pulite con olio e vino; lo carica sulla sua cavalcatura, cioè se ne fa carico, perché si aiuta veramente se si è disposti a sentire il peso del dolore dell’altro; lo porta in un albergo dove spende dei soldi, “due denari”, più o meno due giornate di lavoro; e si impegna a tornare ed eventualmente a pagare ancora, perché l’altro non è un pacco da consegnare, ma qualcuno di cui prendersi cura.

Cari fratelli e sorelle, quando anche noi saremo capaci di interrompere il nostro viaggio e di avere compassione? Quando avremo capito che quell’uomo ferito lungo la strada rappresenta ognuno di noi. E allora la memoria di tutte le volte in cui Gesù si è fermato per prendersi cura di noi ci renderà più capaci di compassione.

Preghiamo, dunque, affinché possiamo crescere in umanità, così che le nostre relazioni siano più vere e più ricche di compassione. Chiediamo al Cuore di Cristo la grazia di avere sempre di più i suoi stessi sentimenti.