Domenica 21 Febbraio

Pieve: alla Santa Messa delle ore 8.00 ricordiamo Anna Margheri vedova Innocenti (Via don Minzoni, 10).

Pieve: alla Santa Messa delle ore 11.30 Rito dell’Elezione di Linda, giovane della nostra parrocchia, che riceverà i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana nella prossima Veglia Pasquale.

N.B. La Santa Messa Vespertina della Domenica delle ore 18.00 continua ad essere celebrata in Pieve.

Lunedì 22 Febbraio

Santuario: ore 18.00 Santa Messa coi ragazzi che hanno ricevuto la Cresima nelle scorse Domeniche.

Mercoledì 24 Febbraio

Pieve ore 21.15 in diretta streaming sulla pagina di Facebook dell’Unità Pastorale di Borgo San Lorenzo: Santo Rosario.

Venerdì 26 Febbraio

Santuario: ore 17.00 VIA CRUCIS (Per tutti i Venerdì di Quaresima).

Sabato 27 Febbraio

Pieve: ore 10.30 Incontro di preghiera per i ragazzi del Catechismo di V Elementare.

Pieve: ore 15.30 Santa Messa per i ragazzi del Catechismo di III Elementare

N.B. Le Confessioni saranno in Sant’Omobono dalle ore 9.30 alle ore 12.00.

Domenica 28 Febbraio

Centro Giovanile: ore 16.30 secondo incontro per i fidanzati che celebreranno il sacramento del Matrimonio.

I NOSTRI PASSI VERSO LA PASQUA CON IL VANGELO DELLA DOMENICA

Ogni venerdì sulla pagina Facebook dell’Unità Pastorale e sul canale YouTube del Centro Giovanile alle ore 21.15 un sacerdote a turno del nostro Vicariato del Mugello terrà una Catechesi sul Vangelo della Domenica successiva.

La prima Catechesi, tenuta venerdì 19 Febbraio da don Nicola Materi, viceparroco a Barberino di Mugello, sul tema “Dal deserto della prova all’oasi della pace” (Marco 1,12-15), è ancora disponibile nei suddetti canali.

Venerdì 26 Febbraio sarà la volta di don Daniele Centorbi, parroco di San Piero a Sieve.

SALVADANAI DELLA CARITà

È possibile ritirare in fondo chiesa un salvadanaio della carità, da riconsegnare al termine della Quaresima. Le offerte raccolte, frutto della nostra penitenza, verranno utilizzate per opere di bene.

PATRIS CORDE

Iniziamo da questa domenica la pubblicazione della Lettera Apostolica PATRIS CORDE (Con cuore di padre) di Papa Francesco in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa Universale.

Con cuore di padre: così Giuseppe ha amato Gesù, chiamato in tutti e quattro i Vangeli «il figlio di Giuseppe».

I due Evangelisti che hanno posto in rilievo la sua figura, Matteo e Luca, raccontano poco, ma a sufficienza per far capire che tipo di padre egli fosse e la missione affidatagli dalla Provvidenza.

Sappiamo che egli era un umile falegname (cfr Mt 13,55), promesso sposo di Maria (cfr Mt 1,18; Lc 1,27); un «uomo giusto» (Mt 1,19), sempre pronto a eseguire la volontà di Dio manifestata nella sua Legge (cfr Lc 2,22.27.39) e mediante ben quattro sogni (cfr Mt 1,20; 2,13.19.22). Dopo un lungo e faticoso viaggio da Nazaret a Betlemme, vide nascere il Messia in una stalla, perché altrove «non c’era posto per loro» (Lc 2,7). Fu testimone dell’adorazione dei pastori (cfr Lc 2,8-20) e dei Magi (cfr Mt 2,1-12), che rappresentavano rispettivamente il popolo d’Israele e i popoli pagani.

Ebbe il coraggio di assumere la paternità legale di Gesù, a cui impose il nome rivelato dall’Angelo: «Tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Come è noto, dare un nome a una persona o a una cosa presso i popoli antichi significava conseguirne l’appartenenza, come fece Adamo nel racconto della Genesi (cfr 2,19-20).

Nel Tempio, quaranta giorni dopo la nascita, insieme alla madre Giuseppe offrì il Bambino al Signore e ascoltò sorpreso la profezia che Simeone fece nei confronti di Gesù e di Maria (cfr Lc 2,22-35). Per difendere Gesù da Erode, soggiornò da straniero in Egitto (cfr Mt 2,13-18). Ritornato in patria, visse nel nascondimento del piccolo e sconosciuto villaggio di Nazaret in Galilea – da dove, si diceva, “non sorge nessun profeta” e “non può mai venire qualcosa di buono” (cfr Gv 7,52; 1,46) –, lontano da Betlemme, sua città natale, e da Gerusalemme, dove sorgeva il Tempio. Quando, proprio durante un pellegrinaggio a Gerusalemme, smarrirono Gesù dodicenne, lui e Maria lo cercarono angosciati e lo ritrovarono nel Tempio mentre discuteva con i dottori della Legge (cfr Lc 2,41-50).

Dopo Maria, Madre di Dio, nessun Santo occupa tanto spazio nel Magistero pontificio quanto Giuseppe, suo sposo. I miei Predecessori hanno approfondito il messaggio racchiuso nei pochi dati tramandati dai Vangeli per evidenziare maggiormente il suo ruolo centrale nella storia della salvezza: il Beato Pio IX lo ha dichiarato «Patrono della Chiesa Cattolica», il Venerabile Pio XII lo ha presentato quale “Patrono dei lavoratori” e San Giovanni Paolo II come «Custode del Redentore». Il popolo lo invoca come «patrono della buona morte».

Pertanto, al compiersi di 150 anni dalla sua dichiarazione quale Patrono della Chiesa Cattolica fatta dal Beato Pio IX, l’8 dicembre 1870, vorrei – come dice Gesù – che “la bocca esprimesse ciò che nel cuore sovrabbonda” (cfr Mt 12,34), per condividere con voi alcune riflessioni personali su questa straordinaria figura, tanto vicina alla condizione umana di ciascuno di noi. Tale desiderio è cresciuto durante questi mesi di pandemia, in cui possiamo sperimentare, in mezzo alla crisi che ci sta colpendo, che «le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. […] Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti». Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine.