Battesimo del Signore (C)

Isaia 40,1-5.9-11  Salmo 103  Tito 2,11-14; 3,4-7  Luca 3,15-16.21-22

C’è un Battesimo nell’acqua e c’è un Battesimo nello Spirito Santo: Giovanni Battista battezzava nell’acqua e Gesù battezza nello Spirito! Il primo ha un valore esplicativo di una intenzionalità personale alla purificazione e alla conversione e il secondo ha una incidenza spirituale che inaugura un’esistenza nuova, una opera salvifica irrevocabile.
Il rito battesimale che noi celebriamo utilizza ancora il simbolismo dell’acqua ma strettamente unito al simbolismo dell’olio crismale: il Battesimo è un invito forte alla conversione ma supportato dalla grazia dello Spirito Santo. Ciò che avviene in un battezzato non è più un’opera autonoma ma sinergica, ossia con lo Spirito Santo. Questo passaggio sostanziale mi sembra ben descritto da queste parole che troviamo nel testo del Vangelo di Luca che racconta l’evento del Battesimo di Gesù: “Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea”. Questa “forma corporea” esprime perfettamente l’idea dell’inabitazione. Sul Giordano la colomba del cielo cerca il suo nido, e il suo nido è Gesù. Lo Spirito ancora adesso cerca il suo nido, e ognuno di noi è nido della colomba di Dio. Ecco: il Battesimo che noi celebriamo è “in Spirito Santo e fuoco”, cioè la nostra umanità è inabitata dallo Spirito che continuamente ci ricorda di essere figli di Dio gridando in noi “Abbà, Padre!”. Non siamo più alla ricerca di Dio come se non lo conoscessimo ma, via via, è in atto in noi un lavorio interiore che spinge a diventare, sempre più, una sola cosa con Lui. “Vivi ciò che sei!”, ci direbbe Sant’Agostino. Buona Domenica. don Luciano.